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venerdì 30 aprile 2010

http://bpanuccio.blogspot.com/

SENZA PAROLE . UNA TRAGEDIA ASSURDA

Le vittime avevano 13 e 14 anni e
aspettavano sulla spiaggia il loro turno per salire in barca
La
parete tufacea era stata messa in sicurezza un anno fa. L'area sotto
sequestro del giudice




di CARLO CIAVONI e CARLO PICOZZA

LATINA - Due ragazze di 13 e 14 anni, Francesca Colonnello e Sara Panuccio, sono morte a Ventotene a causa del crollo di un costone venuto giù all'improvviso da una parete di tufo sulla spiaggia di Cala Rossano. Erano assieme ad altri coetanei che partecipavano ad un campo scuola di educazione ambientale, che prevedeva anche un breve corso di vela. Tutti frequentano due classi - la III A e la III E - della scuola media statale "Anna Magnani" di di via del Fontanile Anagnino a Morena, una borgata alla periferia di Roma. Una delle due ragazze è morta sul colpo, l'altra è stata rianimata sul posto ma non ce l'ha fatta. Altri due studenti - un ragazzo e una ragazza - sono rimasti feriti e trasportate in elicottero al pronto soccorso di Latina. La ragazza ha subito una grave lesione al bacino, ma senza complicazioni agli organi interni, ed ha subìto un delicato intervento chirurgico. Ha anche subìto la frattura alla tibia al pèrone sinistro. Il primo a soccorrerla e a stabilizzare la frattura è stato il sindaco di Ventotene, Geppino Assenso, che è ortopedico. Altri feriti, ma in modo lieve, sono stati invece medicati nel poliambulatorio di Ventotene. Il gruppo, accompagnato da quattro insegnanti, era arrivato a Ventotene ieri e sarebbe tornato a Roma domenica prossima.

Le grida del padre di Sara. "Mia figlia è morta in una maniera assurda", ha detto piangendo Bruno Panuccio, padre di Sara. Sono andato a vedere il posto dove è morta assieme a Francesca, ho toccato il pezzo di montagnola che ancora è attaccata ed è molto friabile, l'ho tirata giù con le mani io. So che sono venuti geologi a controllare e hanno detto che il luogo è sicuro.... Ma li è friabile, l'ho visto con i miei occhi, l'ho toccato con mano. Ha anche piovuto e ripiovuto, dunque che lì quella roba sarebbe venuta giù, doveva essere considerata una cosa certa, era solo una questione di tempo. Non so chi doveva decidere - ha concluso il padre della ragazza - ma come fanno a decidere che qui è sicuro? E' friabile, è friabile...".

Le salme trasferite a Roma. Le salme delle due vittime, seguite dai loro familiari, hanno lasciato l'isola di Ventotene con una motovedetta della Guardia di Finanza. Intanto, urla disperate, lacrime e silenzi cupi, avevano segnato la mattinata nella scuola media "Anna Magnani" di Morena. "No Sara, no", si era sentito ripetere dai parenti della ragazza, prima che partissero per Ventotene. I genitori di Francesca erano invece abbracciati in silenzio, a poca distanza. Il papà di Sara poi era rimasto muto, seduto su un muretto del cortile della scuola, in disparte, a fumare una sigaretta dopo l'altra, fissando nel vuoto, mentre dalla scuola uscivano grida strazianti. Nei pressi, per alcune ore, era rimasta un'ambulanza con i medici del 118, che hanno dovuto soccorrere persone colte da malore.

Il racconto di un superstite. "Non ci siamo accorti di niente, solo un grande fragore e poi la roccia ci è piombata addosso. Ma dove sono gli altri, come stanno...." ripete in continuazione Riccardo Serenella, 14 anni, che se l'è cavata con una distorsione alla caviglia. Al pronto soccorso di Latina racconta la sua esperienza: si trovava assieme agli altri sulla spiaggia di Cala Rossano, in attesa del suo turno per salire sulle barche a vela a bordo delle quali tutti stavano facendo addestramento, nell'ambito della "Settimana azzurra", un circolo velico che organizza corsi a Ventotene. L'altra ragazza ferita è Atena Raco, 14 anni ferita al bacino, ma senza compromissione gli organi interni, che si trova ancora in sala operatoria. La presidente della Regione, Polverini, ha dichiarato lo stato di calamità.

"Ho tentato di rianimarla, ma..." "Proprio questa mattina - ha detto il sindaco Assenso - gli addetti alla manutenzione delle spiagge erano stati a Cala Rossano e non hanno segnalato nulla di anormale". Al momento del crollo, il primo cittadino si trovava in compagnia del direttore della centrale operativa ares 118 di Latina, Paolo Viola, con cui stava discutendo il piano estivo di protezione sanitaria dell'isola. "Eravamo in riunione con il sindaco - ha detto Viola - quando ci è arrivata la notizia. siamo andati subito sul posto ed abbiamo iniziato a scavare per recuperare i corpi dei ragazzi. Ho personalmente intubato e tentato di rianimare, con la collaborazione del personale dell'ambulanza e dell'elicottero, la seconda ragazza. Ma purtroppo non ce l'ha fatta". I ragazzi, che sarebbero dovuti tornare domenica sera, sono già rientrati a Roma, passando per Formia, dove c'erano ad aspettarli i rispettivi familiari.

La disperazione di una mamma. "Ditemi che non è lei, non può essere". Così la madre di una delle due ragazzine morte stamani a Ventotene nel crollo di una parete rocciosa ha gridato il suo dolore quando ha saputo della tragedia. La donna si era recata a scuola per avere notizie. Urlando ha sbattuto i pugni sulla porta di vetro ferendosi.

Quel maledetto costone. La parte del costone di tufo crollato è costituita da 3-4 metri cubi di materiale, precipitato da un'altezza di circa 4-5 metri. "Ho visto due enormi massi di tufo staccarsi all'improvviso dalla parete rocciosa, ho visto quei massi travolgere le ragazze", ha detto Matteo Valle, geologo e accompagnatore della Mediterranea Viaggi che stava con gli studenti sulla spiaggia di Cala Rossano. "I massi di tufo sono caduti perpendicolarmente alla spiaggia, una spiaggia che l'amministrazione comunale considera sicura - ha aggiunto il geologo con la voce rotta dal pianto- Il crollo è avvenuto istantaneamente, niente lasciava presagire una cosa di questo tipo".

"Mio figlio terrorizzato". "Ho sentito mio figlio, piangeva disperato". Sono le parole della mamma di un compagno di classe delle due vittime. "Era terrorizzato, mi ha raccontato di aver visto i suoi compagni buttarsi in acqua ed altri allontanarsi urlando. Era l'inferno, le professoresse hanno iniziato subito a scavare per liberare le due ragazzine, ma non c'è stato nulla da fare".

Sono a scuola i compagni di Sara e Francesca. Sono ritornati a scuola dopo la gita
maledetta, dopo avere visto le loro compagne morire. Si sono abbracciati con i loro genitori nella palestra della scuola, appena arrivati da Ventotene. I ragazzi sono rientrati in anticipo a bordo di un pullman della Guardia di Finanza. "Sara e Francesca non torneranno piu", ha detto piangendo una ragazzina tra le lacrime. Commossi anche gli insegnanti, che hanno riabbracciato altri docenti.

E' stata una fatalità? Secondo i Vigili del fuoco è stata una tragica fatalità. Lo hanno affermato il capodipartimento, prefetto Francesco Paolo Tronca e il capo del corpo l'ingegner Alfio Pini. I vigili del fuoco sono intervenuti con venti uomini, tre elicotteri e una motobarca. Le ragazze si trovavano assieme al resto della classe sulla spiaggia di Cala Rossano, che si trova a pochi passi dal porto dell'isola, era una zona non interdetta secondo quanto si è appreso dalla Protezione civile della Regione Lazio. Le due ragazzine - secondo una prima ricostruzione - si sarebbero appoggiate alla parete per riposarsi dopo una camminata. Sulla spiaggia resta il masso che le ha travolte e altri pezzi più piccoli di roccia accanto al lenzuolo bianco che ha coperto i corpi, ora portati via. Sull'isola è arrivato anche il prefetto di Latina, Antonio D'Acunto, mentre un elicottero del corpo forestale ha trasportato il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, il pm Vincenzo Saveriano, titolare dell'inchiesta, e il medico legale Filippo Milano. La parete di tufo, ha riferito il sindaco di Ventotene, era stata messa in sicurezza un anno fa.

Una gita ecologica. I ragazzi si trovavano a Ventotene per una settimana ambientalista. Il gruppo di ragazzi era sulla spiaggia. La parete di roccia tufacea è crollata all'improvviso sul gruppo. Per le due ragazze rimaste uccise non c'è stato niente da fare: una è morta sul colpo, sull'altro c'è stato un tentativo di rianimazione, ma non c'è stato niente da fare. Altre due tredicenni sono rimaste ferite e soccorse con l'elicottero del 118. Il resto della comitiva, insegnanti compresi, sono riusciti a non essere coinvolti dal crollo, perché - essendosi accorti della frana - sono riusciti ad allontanarsi in tempo.

Un'équipe di psicologi. Sull'isola è arrivata anche la presidente della Regione, Renata Polverini, che ha accolto - assieme al preside della scuola "Anna Magnani", Riccardo Brugner - i genitori di Sara Panuccio e Francesca Colonnello. Sul posto c'è anche una équipe di psicologi della Protezione Civile, per assistere styudenti superstiti, insegnanti e familiari delle vittime.

La veglia dei genitori alle salme delle figlie. I genitori delle due ragazzine rimaste ucciso sotto i detriti tufacei del costone stanno vegliando le salme delle loro figlie nel cimitero di Ventotene, dove sono state portate in attesa di essere trasferite a Formia con una motovedetta della Guardia di Finanza. Da lì poi faranno ritorno a Roma.

Polverini: "Voglio una relazione dettagliata". "Ho chiesto ai dirigenti regionali preposti - ha detto renata Polverini appena arrivata a Ventotene in elicottero - una relazione dettagliata sugli interventi effettuati nelle coste del Lazio con specifico riferimento alle isole. E in particolare Ventotene. La regione Lazio ha finora gestito la crisi del dissesto idrogeologico, in particolare con riferimento all'erosione delle coste delle isole e del litorale, esclusivamente con interventi estemporanei di urgenza - ha aggiunto - senza mettere in campo un vero programma di monitoraggio e di intervento complessivo per fronteggiare le situazioni di alto rischio. Non è più pensabile procedere in questo modo".

I controlli di un anno fa. Era stata messa in sicurezza un anno fa la parete rocciosa che si trova sulla spiaggia di Cala Rossano.
Secondo il sindaco, Geppino Assenso, non era possibile prevedere la tragedia.
La scorsa estate, in un'altra zona dell'isola, una turista romana rimase ferita da un masso crollato da uno scoglio mentre faceva il bagno.

Spiaggia mai chiusa ai bagnanti.
La spiaggia dove è avvenuta la tragedia non era mai stata soggetta ad interdizioni ed era normalmente frequentata.
I carabinieri - che stanno seguendo le indagini, coordinati dalla Procura di Latina - hanno effettuato rilievi fotograffici e video della zona, che è già stata sottoposta a sequestro.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/20/news/ventotene_tragedia_alla_gita_scolastica_cade_muro_di_tufo_muore_tredicenne-3482733/


SENZA PAROLE...

mercoledì 28 aprile 2010

Mi considerano pazzo....

..... perchè non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro.E io considero pazzi loro, perchè pensano che i miei giorni abbiano un prezzo.
(Kahlil GIBRAN, 1883-1931)


Non vogghiu stari cu l'occhi chiusi
Non vogghiu stari cu l'aricchi 'ntuppati
Non vogghiu stari ca ucca murata.
Vogghiu gridari la raggia fatta petra di lu pueta
pi ghittalla contru la cuscienza muta di sta genti,
ca sbatti senza abbentu, intra lu labirintu
di la storia.


.

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tanti links per chi vuole informarsi

http://www.freegaza.org/

martedì 20 aprile 2010

il nuovo mondo






-- ADOZIONI
-- Cassazione, no
-- scelte razziste
-- "Non si può decidere
-- il 'colore'"
La procura della Suprema corte, sollecitata dall'associazione Amici dei bambini, afferma che le coppie che chiedono l'adozione non possono dirsi indisponibili a ricevere piccoli di pelle nere o di etnia non europea. E chiede il pronunciamento delle Sezioni unite della Cassazione
ROMA - Sollecitata da un esposto dell'associazione Amici dei bambini, la procura generale della Cassazione afferma che le coppie intenzionate a chiedere in adozione uno o più bambini non possono dirsi indisponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. La procura della Suprema Corte ha espresso questo orientamento innanzi alle Sezioni Unite, che dovranno prendere posizione al più presto.



Il caso nasce dal ricorso con cui l'associazione ha chiesto alla procura di illustrare la corretta interpretazione dell'articolo 30, comma 2, della legge n.184/1983. Un chiarimento alla luce dell'accoglimento da parte del tribunale dei minorenni di Catania dell'istanza di una coppia, dichiaratasi disponibile "all'accoglienza fino a due bambini, di età non superiore ai 5 anni senza distinzione di sesso e religione" ma "non disponibile ad accogliere bambini di pelle scura o diversa da quella tipica europea o in condizione di ritardo evolutivo".



Il tribunale di Catania aveva dichiarato i coniugi "idonei all'adozione" di bambini che presentino "le caratteristiche risultanti dalla motivazione".
Una palese discriminazione razziale, sostiene Marco Griffini, presidente dell'associazione Amici dei bambini.
Secondo la procura, oltre a violare la nostra Costituzione - che tutela il principio di eguaglianza tra le persone - le adozioni internazionali che escludono i bambini di 'colore' violano anche numerosi trattati internazionali ai quali l'Italia ha aderito.
Tra questi, la Convenzione dell'Aja del 1993 sull'adozione dei minori, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la Convenzione internazionale dell'Onu del 1965 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale.

Attesa nelle prossime settimane la decisione delle Sezioni unite, che non avrà ripercussioni sul caso di Catania ma stabilirà soltanto un orientamento giurisprudenziale.