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martedì 8 febbraio 2011

DISSESTO IDROGEOLOGICO ALLE PONTINE

Crollo di Ventotene, il padre di una vittima contro il tunnel sull'isola che si sgretola ....
Contestato progetto viario: dopo il Comitato del no si leva la voce del genitore di Sara, morta a Cala Rossano
DISSESTO IDROGEOLOGICO ALLE PONTINE

Crollo di Ventotene, il padre di una vittima contro il tunnel sull'isola che si sgretola Contestato progetto viario: dopo il Comitato del no si leva la voce del genitore di Sara, morta a Cala RossanoL'attuale strada scavata nel tufo del Porto romano a Ventotene
VENTOTENE -
Trecento metri di lunghezza per 6,4 di larghezza: un tunnel scavato nel tufo per convogliare le vetture dal porto romano - passaggio obbligatorio - sino al campo sportivo. E' questo il progetto approvato dal consiglio comunale di Ventotene per realizzare una nuova strada il cui costo si aggira intorno ai 6 milioni di euro.
Molto più alto pare essere il costo ambientale rispetto a quello puramente economico.
E sul controverso progetto aleggia l'ombra di un grave lutto: quello legato al crollo di Cala Rossano, nell'aprile 2010, in cui morirono due studentesse romane quattordicenni. La grave situazione di dissesto idrogeologico dell'isola preoccupa molti, non ultimo il padre di una delle vittime.


PROGETTO CONTROVERSO -
Per molti un'opera indispensabile per salvare il porto romano e decongestionare l'isola dal traffico, che a luglio e agosto diventa insostenibile per il continuo afflusso di turisti. Per altri una follia che non vedrà mai la luce. Anche se, chi si dice contrario a questa opera, non esclude di fatto la necessità di realizzare un'altra via d'accesso al paese.

IL PERCORSO -
La nuova galleria, che vedrà il suo ingresso tra il ristorante «L’Aragosta» e il pontile gestito da Modesto Sportiello, eviterà il passaggio di mezzi al porto mentre il traffico sarà convogliato nella periferia, vale a dire nella zona del campo sportivo e Via Parata Grande. La nuova strada sbucherebbe poco fuori dal paese, che come noto si poggia su una formazione tufacea che ha una superficie di un chilometro e mezzo quadrato. L'imbocco della strada sarebbe a due passi da Cala Rossano, l'area il cui crollo causò la morte di due ragazze in gita, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, nell'aprile del 2010.
IL PAPA' DI SARA - E da quando si è diffusa la notizia, Bruno Panuccio - il padre di Sara, una delle due studentesse morte sull'isola per il crollo di cala Rossano - ha iniziato l'ennesima battaglia. La sua denuncia è riportata dal quotidiano ecologista TerraNews: «Ventotene è il più piccolo Comune dell'Italia centrale con i suoi 1,5 chilometri quadrati di territorio, e la quasi totalità dell'isola è interdetta a causa della franosità. Ma allora a cosa serve un tunnel?
Bisogna fermare questo scempio».
Bruno Panuccio non si arrende. E insiste: «La recente approvazione, da parte del Consiglio comunale, del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese è una follia. In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili, eccetera. Qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. La speranza, ora, è che si riesca a fermare questo progetto».
ECOLOGIA CONTRO CANTIERI -
Un progetto peraltro in contrasto con gli investimenti per la mobilità ecologica che avevano portato sull'isola, soltanto due anni fa, iprimi furgoncini a trazione elettrica finanziati dalla regione Lazio.
«L’isola, in questo modo, si candida a divenire un modello di riferimento per l’attuazione di politiche di sostenibilità a livello regionale e nazionale», aveva commentato l'assessore regionale all'Ambiente Filiberto Zaratti.
Ma tant'è. Sull'isola che si sgretola (contro il dissesto dell'arcipelago ponziano la Regione ha stanziato 12 milioni, ndr), dove i divieti e le transenne della scorsa stagione sono un incubo non ancora svanito, l'amministrazione conta di realizzare un mega tunnel che fa discutere. «Non si realizzerà mai - dice l'imprenditore Pietro Pennacchio. Un cantiere per un'opera simile bloccherebbe l'isola per chissà quanto tempo...».
Approccio pragmatico, per usare un eufemismo. Così tanto che la controprosta è quella di un'altra strada «di soli cento metri lineari - prosegue Pennacchio - dove il tunnel di circa 50 metri seguirebbe il percorso di una grotta naturale che andrebbe solo consolidata. Il progetto esisterebbe pure, ma fu abbandonato per la caduta di una precedente amministrazione».

QUELLI DEL NO - Ma tra gli amanti di Ventotene così com'è, è scoppiata una specie di rivolta, animata dal tam tam che sui social network è stato acceso dall'imprenditrice Anna Impagliazzo e dal suo sito «Amo Ventotene». Su Facebook si legge una sola parola: no. Contrari al tunnel, macchine solo ai residenti, anzi, proprio per nessuno. Magari un ritorno all'asinello che si arrampica sui viottoli dell'isola di Giulia. Appello fatto proprio, a livello istituzionale, dai Verdi della Regione Lazio. Il capogruppo Angelo Bonelli ha già inoltrato un'interrogazione agli organi competenti per chiedere lumi sulla legittimità del progetto.

EMISSIONI ZERO? - Mentre il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio chiede al Comune di Ventotene di poter accedere ai documenti relativi al progetto (ricordiamo che ora si dovranno riunire una pletora di enti in conferenza dei servizi per valutarlo), rilancia l'idea di una isola a zero emissioni. «Che fine hanno fatto i finanziamenti europei per l'autosufficienza energetica, per eliminare le auto inquinanti a favore di quelle elettriche?», si chiede ancora Bonessio. «Occorre ristabilire al più presto un legame con l'Europa per recuperare risorse, e puntare ad un'isola che sfrutti la propria risorsa ambientale per un turismo unico nel suo genere. Di sfruttamento commerciale, nelle isole del Mediterrano, ce n'è fin troppo».

Michele Marangon
08 febbraio 2011
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA DENUNCIA:


Bruno Panuccio
LA DENUNCIA. In merito all’approvazione del Consiglio comunale di Ventotene dei giorni scorsi del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese ho deciso di pubblicare questa nota, ero dubbioso se stavolta rimanere in silenzio per non apparire il solito critico mosso da rancori personali, dato che il 20 aprile scorso nel crollo di Cala Rossano hanno perso la vita mia figlia Sara e la sua amica Francesca oltre a ferire gravemente Athena.
In merito all’approvazione del Consiglio comunale di Ventotene dei giorni scorsi del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese ho deciso di pubblicare questa nota, ero dubbioso se stavolta rimanere in silenzio per non apparire il solito critico mosso da rancori personali, dato che il 20 aprile scorso nel crollo di Cala Rossano hanno perso la vita mia figlia Sara e la sua amica Francesca oltre a ferire gravemente Athena. In molti punti di questo mio scritto mi troverà costretto a ribadire concetti già espressi precedentemente , ma ciò mi è d’obbligo per la conoscenza di quanti mi leggono per la prima volta.

Ventotene è il più piccolo comune dell’ Italia centrale con il suo km. 1.5 quadrato di territorio, il che significa che percorrerlo a piedi da un punto all’altro equivale al massimo ad una modesta passeggiata. Ed allora a che serve quest’opera faraonica? In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili, ecc. , qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. Per andare dove?

Non bisogna dimenticare che la quasi totalità dell’isola è interdetta a causa della franosità della stessa. Il sindaco stesso è stato rinviato a giudizio per l’omicidio di cui sopra, insieme al suo degno responsabile dell’ufficio tecnico Pasquale Romano ed altre tre persone, oltre ciò il Comune è fonte di indagine da parte della Corte dei Conti per bilanci a dir poco anomali. Da anni la gestione dello stesso ha fatto in modo che Ventotene abbia uno dei tassi d’abusivismo più alti dell’intera nazione (2 case su 3 risultano non censite), il cemento è stato il volano economico di sostegno a ditte, tra le quali pare qualcuna in odore di camorra, sempre prescelte e quasi sempre le stesse per lavori che sotto la denominazione di somma urgenza non han dovuto fare la trafila di gare d’appalto.

Oggi si parla di un costo stimato di circa 6 milioni di euro, i quali con varianti in corso d’opera potrebbero raddoppiarsi: è il solito e vecchio discorso di quali interessi ci siano dietro la voce lavori pubblici. L’assessore all’Ambiente non ha trovato di meglio che astenersi al momento della votazione, il suo atteggiamento da Ponzio Pilato è a dir poco irritante: a tutt’ oggi non ha espresso pubblicamente il suo parere su ciò per cui viene stipendiato. In qualsiasi paese civile un’amministrazione del genere sarebbe destituita all’istante, qui invece nessuna voce autorevole li disturba, fatta eccezione per il capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli, e glie ne rendo merito, il quale ha presentato un’interrogazione a vari organi preposti al controllo superiore, per verificare se ci siano i presupposti per fermare tale scempio.

Speriamo riesca ad ottenere risultati. Concludo dicendo che Ventotene ha imboccato il tunnel della vergogna civile e molti suoi concittadini, non tutti, ne sono gli artefici con il loro omertoso appoggio ad una giunta che ha nel comportamento criminoso il suo fare quotidiano. Il vostro autolesionismo denota che non avete nessun amore per quella che una volta era definita la “Perla del Mediterraneo” ed oggi viene ribattezzata “l’isola del cemento e del malaffare”.


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