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lunedì 31 maggio 2010

il pericolo esisteva ed era noto?


sabato 29 maggio 2010
Cala Rossano era pericolosa:

gli amministratori comunali hanno ignorato l'allarme rosso
Ecco i colpevoli della morte di Sara e Francesca


Ventotene: La spiaggia dove morirono le due ragazze in gita scolastica bocciata già nel 2009 da Legambiente e Protezione civile. Il dossier: alto rischio idrogeologico, ma nessuno si preoccupò dei lavori.

Sara Panuccio e Francesca Colonnello, non dovevano accedere a Cala Rossano, dove sono morte sotto il crollo del costone di tufo il 20 aprile. L'area era a rischio ma nessun cartello di avviso fu apposto. E nessuna opera fu avviata. E centinaia di scolaresche in gita scolastica hanno continuato a frequentare l'unico tratto di spiaggia aperto a Ventotene. Non c'è solo la Procura di Latina ad accusare in particolare tre indagati su 10: il sindaco, l'ex sindaco e il dirigente dell'Ufficio tecnico. Emergono significative omissioni anche dal monitoraggio ambientale della Protezione Civile «per mitigare il rischio idrogeologico» eseguito con Legambiente che ha reso pubblici i risultati l'anno scorso. Il documento boccia Ventotene assegnandole il punteggio di 1,5 ben sotto la sufficienza, rappresentata dal 6. Ventotene finisce al quartultimo posto della classifica, seguita solo da Concerviano, Villa Santa Lucia e Vejano. Anche per colpa dell'abusivismo.
Abusive sarebbero i 2/3 delle 1.500 case costruite su una zolla di 1 km e mezzo quadrato, con molte ville elevate sopra gli antichi vasconi romani di raccolta acqua. E ora l'acqua batte su cemento e asfalto finendo sui costoni di tufo, che crollano al suolo I campanelli d'allarme. Già nel 2004 ci fu un distacco nella medesima zona di Cala Rossano. In tre avvisi di garanzia su 10 si legge: «Nel gennaio 2007 omessa segnalazione del pericolo esistente nella zona che richiedeva consolidamento e riqualificazione della parete tufacea mediante iniezione cementizie e sistemi di protezione contro fenomeni di distacchi roccioso». Inascoltati gli allarmi delle autorità preposte. «...omessa segnalazione di pericolo di distacco parete rocciosa in zone immediatamente limitrofe nel novembre del 2009 a seguito di segnalazione dell'Ufficio locale marittimo di Ventotene». In pratica, non si sarebbero dati ascolto. Di più. «In particolare i predetti indagati non davano riscontro all'invito per partecipare alla conferenza programmatica predisposta dall'autorità dei Bacini regionali del Lazio con note del 14.01.2005; 08.03.2005 e 26.10.2005 per il P.A.I. (Piano per l'assetto idrogeologico ndr).
Con note del 16.07.2008; 02.02.2009 per il Pai 2009. La loro mancata partecipazione ovvero omessa trasmissione di dati relativi alla spiaggia di Cala Rossano non consentivano ai membri dell'Autorità dei Bacini regionali del Lazio di avere una completa conoscenza dello stato dei luoghi con conseguente omissione di indicazione della zona quale area pericolo ovvero di attenzione geomorfologia».
Grazia maria Coletti - 29/05/2010
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VENTOTENE: LA GUARDIA COSTIERA E I SUOI NON RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONECondividi
venerdì 28 maggio 2010 alle ore 22.12
PONZANOTIZIE25/11/2009
Ventotene: perchè la Guardia Costiera ha dovuto abbandonare l'isola?
Archiviato in: News — ponzanotizie @ 22:17
Tags: AL, Ambiente, carabinieri, ces, dell, lega, Stati, territorio, uomini

Ventotene: Nel leggere gli articoli di ieri e di oggi sul quotidiano Latina Oggi, in cui il sindaco di Ventotene si rammarica per l’abbandono dell’isola da parte della Guardia Costiera c’è da restare a bocca aperta!
Non è infatti un segreto per nessuno sull’isola la forte e antica avversione del sindaco Assenso per quegli uomini dello Stato che hanno, pur con pochissimi mezzi e alterni successi, cercato per anni di porre un argine al mare di infrazioni e azioni illegali che regolarmente vengono commessi nell’area protetta, soprattutto d’estate. Inoltre non si capisce perché sia necessario un passaggio di consegne, tra l’altro ancora non ufficializzato, tra i due corpi.
Il sindaco infatti si guarda bene dal dire che sono anni che la Guardia Costiera chiede sull’isola un ufficio degno di questo nome, visto che finora ha abitato due stanze all’ultimo piano del Comune, richiesta sempre fortemente osteggiata, tanto che alla fine il comando di Gaeta ha deciso per l’abbandono.
Negli articoli apparsi sul giornale sembrerebbe che al sindaco stia molto a cuore la sorte dell’Area Marina Protetta, ed è comprensibile visto che fino ad oggi ha permesso al comune di incassare 5 milioni di euro di soldi pubblici, che però certo non sono stati spesi per l’ambiente.
Come fa il sindaco allora a giustificare le sue apprensioni, dopo che ha cacciato lo scorso anno l’unico direttore dell’ente parco che tentava di fare onestamente il suo lavoro. E come giustifica che ancora oggi non risulta approvato nessun regolamento, nessun piano di gestione dell’area protetta e neppure uno straccio di piano antincendio?
Ma in fondo non tutto va male su Ventotene; lo scempio edilizio e l’abusivismo selvaggio vanno infatti a gonfie vele, per ora appena arginati soltanto dalla locale stazione dei Carabinieri, fino a ché anche loro non ce la faranno più, e finalmente l’isola potrà essere dichiarata ufficialmente “territorio al di fuori di ogni legalità”.

postato da: Laury


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chi e' pinocchio?

CHI E' PINOCCHIO ????? Ieri alle 19.38
domenica 30 maggio 2010
Ventotene: parole, fatti e dignità
In una lettera al Messaggero la storia del sindaco che rischia di affondare l'isola!


: Ventotene: parole, fatti e dignità

Gentile Direttore, sulla recente tragedia di Ventotene, dove sono morte due bambine per il crollo di una roccia, ho letto e sentito in TV le parole dell'appena rieletto sindaco dell'isola, Geppino Assenso, che parla di "tragica fatalità, stupore perché nell'area non c'erano mai stati crolli, fondi richiesti per la sicurezza che non sono mai arrivati, presunte colpe di altri amministratori, coscienza a posto per aver fatto tutto il possibile".

Poi ho letto che lo stesso sindaco veniva, insieme ad altri, indagato dai giudici per omicidio colposo per: "omessa segnalazione di un pericolo ben noto, non partecipazione ai tavoli tecnici regionali sul pericolo frane, omissione di indicazione della zona quale area pericolosa, ecc".

Ho anche appreso che Ventotene, pur essendo un parco naturale, ha un tasso di abusivismo edilizio spaventoso (due case su tre), che il Comune ha ricevuto milioni e milioni di euro per la tutela del territorio, che in pochi anni il cemento ha ricoperto gran parte dell'isola, e che anche per questo l'intera economia isolana, basata sul turismo, è oggi in ginocchio.

E allora mi chiedo: che cosa aspettano questo sindaco e la sua giunta a dare le dimissioni? Ritengo sia il solo modo per recuperare un briciolo di dignità umana, ammesso che gliene sia rimasta.

Massimo Taliercio
Ventotene

(29 maggio 2010)

sabato 29 maggio 2010

QUESITI POSTI ALL'AMMINISTRAZIONE DI VENTOTENE, CI SARANNO MAI DELLE RISPOSTE ?

Ieri alle 21.57 ParvapoliS
21 Maggio 2009 Rita Bittarelli

Dieci domande al sindaco di Ventotene
Un comitato di cittadini dell'isola prendono spunto dall'iniziativa
di Repubblica col premier

Egregio Direttore,
attraverso il Suo giornale che molto spesso ha dato prova di grande sensibilità verso le problematiche isolane e sulla scorta di una recente iniziativa portata avanti da un grande quotidiano nazionale, desideriamo rivolgere pubblicamente al Sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso dieci domande per capire meglio quali sono state le linee guida che hanno caratterizzato la sua giunta nell’amministrazione dell’isola, a fronte di una massiccia campagna mediatica di denuncia sul suo operato.

Signor sindaco, praticamente ogni settimana i Carabinieri effettuano procedimenti di sequestro per abusivismo edilizio sull’isola. Che cosa fa la Sua giunta e il Suo ufficio tecnico per contrastare una simile piaga?

Signor sindaco, Lei è anche il presidente dell’ente gestore della Riserva Naturale e Area Marina Protetta di Ventotene e S. Stefano. Come sono stati spesi i cinque milioni di euro che il Comune ha ricevuto dal Ministero dell’Ambiente e perché, ad oltre dieci anni dalla sua istituzione, non esiste ancora nessun regolamento e/o piano di gestione dell’area protetta?

Signor sindaco, l’isola di Ventotene è costantemente soggetta a dissesti di natura idrogeologica che ogni anno La costringono a massicci e costosi interventi di restauro. Esiste un progetto complessivo di pianificazione preventiva per cercare di mitigare tali disastri (es. piano delle acque reflue, piani di staticità del territorio, ecc.)?
Signor sindaco, quasi sempre gli interventi edilizi di natura pubblica appaltati dalla Sua giunta vedono coinvolti direttamente, a vario titolo, esponenti stessi della giunta, suoi parenti prossimi e le medesime ditte da anni. Con quali criteri vengono appaltati tali lavori?

Signor sindaco, la comunità giovanile dell’isola è fortemente pervasa da droga e alcolismo. Quali sono state le Sue politiche sociali per cercare di arginare un simile disagio, e quali risultati hanno ottenuto?

Signor sindaco, Lei ha più volte annunciato in questi anni l’inizio di una campagna di raccolta dei rifiuti porta a porta. Perché tale iniziativa a tutt’oggi non è ancora decollata?

Signor sindaco, ad oltre due anni dall’inizio del cantiere e dopo oltre due milioni di euro spesi perché l’impianto di depurazione fognaria di Ventotene non è ancora in funzione?
Signor sindaco, quali sono state le Sue politiche a medio e lungo termine di incentivazione economica del territorio, e quali provvedimenti ha adottato per favorire diffusamente un turismo di tipo sostenibile sull’isola (es. creazione di cooperative giovanili di servizi, incentivazione all’educazione ambientale, carta dei servizi, valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico, ordinanze di divieto di accesso con le auto private, politiche di trasporto pubblico, incentivi all’agricoltura tradizionale, ecc.)?

Signor sindaco, a fronte dei continui disservizi nei collegamenti via nave con la terraferma, qual è il suo piano trasporti, e come lo difende nei tavoli istituzionali preposti?
Signor sindaco lo scorso anno ben cinque incendi hanno devastato il Suo territorio distruggendo quel poco di macchia mediterranea ancora presente su Ventotene e S. Stefano: perché non esiste ancora un serio piano antincendio?
In attesa di una risposta, altrettanto pubblica, porgiamo distinti saluti.
Tags: Latina Politica

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venerdì 28 maggio 2010

QUANTI SOLDI VERI E QUANTE OPERE FANTASMA: ECOLOGIA E VENTOTENE

QUANTI SOLDI VERI E QUANTE OPERE FANTASMA: ECOLOGIA E VENTOTENE
Oggi alle 21.18 di Chiara Tonelli14 Settembre 2009

Meno di tre ore, una di treno e una di aliscafo, separano Roma da Ventotene, un’isola in cui il tempo per molti aspetti sembra essersi fermato e dove si può quindi ancora assaporare il piacere di un’autentica vacanza di mare, non ancora contaminata dall’alta frequenza turistica né dai lussi delle vicine isole flegree e dell’isola di Ponza.

Un’isola in cui sono ancora saldamente radicate le antiche tradizioni, come la festa della patrona Santa Candida, il 20 settembre, in cui vengono realizzate artigianalmente dagli abitanti enormi mongolfiere di carta che sono lanciate in aria accompagnate da espressioni dialettali, canti e balli della folla.

Un’isola, come il nome stesso suggerisce, che ben si presta alla vela;un’isola paradiso degli sport del mare, la cui acqua, grazie alla realizzazione dell’Area Naturale Marina Protetta nel 1999, non solo è pulita, ma anche piena di vita. Eden infatti indiscusso per le immersioni subacquee.

Un luogo di scienza: dal Museo Ornitologico, primo in Europa, che registra le specie migranti che vi passano, ai censimenti subacquei di fauna e flora, alla Riserva Naturale dello Stato istituita nel 1997.

Un luogo di storia: dagli imperatori romani, che vi realizzarono una splendida villa, un porto tuttora in funzione, un sistema di allevamento del pesce e produzione del sale visitabili a nuoto; ai Borboni, che costruirono la “mezza”torre dell’edificio del Municipio, dov’è anche ospitato il Museo archeologico, e il carcere di massima sicurezza dell’antistante isola di Santo Stefano, bellissimo esempio di architettura carceraria realizzato sul principio dell’architettura teatrale.

E ancora un’isola che è stata confino politico, dai Borboni al fascismo e che quindi ha derivato da un periodico contatto con le idee contrarie all’autorità di governo una particolare inclinazione al nuovo e alla sperimentazione.

E perciò un’isola attiva culturalmente, in cui ogni estate vengono proposte rassegne musicali, cinematografiche e letterarie alla presenza di intellettuali e personaggi dello spettacolo.

Ma anche un’isola che, grazie agli stessi retaggi, punta oggi a diventare “a emissioni zero”.

E qui vengono le dolenti note.

Ventotene ha una superficie di poco più di 1 kilometro quadrato. Quindi piccola estensione. Quindi minore complessità. Quindi corretta località dove sperimentare le tecnologie a basso impatto ambientale. Quindi possibile fiore all’occhiello per la Regione Lazio e per l’Italia intera.

Un’isola, quindi, in cui dovrebbe essere più semplice, rispetto alle grandi città, realizzare una mobilità sostenibile, privilegiando gli spostamenti pedonali, imponendo la chiusura al traffico privato attraverso l’istituzione di un servizio di navette e vincolando il trasporto delle merci all’uso di mezzi di locomozione elettrici.

Un’isola, poi, in cui dovrebbe essere facile produrre energia elettrica “pulita” grazie al sole e al vento che certo non mancano. Energia utile a far funzionare i mezzi di trasporto. Energia utile a far funzionare un desalinizzatore, che unitamente a sistemi di raccolta dell’acqua piovana e al recupero delle acque reflue, potrebbe fornire agli abitanti acqua per usi domestici ed agricoli. Energia utile ad illuminare, anche artisticamente, le aree di pregio del nucleo abitato e dei resti archeologici.

Un’isola, infine, in cui non servono adeguamenti sugli edifici esistenti poiché, essendo in gran parte costruzioni tradizionali mediterranee, sono già concepiti per essere freschi in estate e caldi in inverno e già dotati di tetti piani per la raccolta dell’acqua piovana.

E invece.

Un’isola in cui l’energia elettrica è fornita da un generatore alimentato da carburanti fossili.

Un’isola in cui l’acqua viene portata da una nave cisterna proveniente da Napoli (chissà poi perché) con un costo per la Regione Lazio di 11,5 milioni di euro l’anno, quantità che viene però consumata in soli 6 mesi (a causa anche di un turismo poco accorto).

Un’isola in cui sono arrivati alcuni mezzi di trasporto elettrico (5, 6 o 7? Altro mistero) la cui alimentazione non avviene, come dal programma dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio di “Ventotene Isola ad emissioni zero”, attraverso delle tettoie fotovoltaiche, bensì ovviamente attraverso il generatore di cui sopra! Pulmini che si sono solo aggiunti all’andirivieni automobilistico della stagione estiva, senza limitarlo in alcun modo.

Un’isola in cui è in corso di realizzazione un edificio polifunzionale, che potrebbe vantaggiosamente ospitare eventi anche nella stagione invernale, ma che non tiene conto di un precedente progetto sviluppato dall’Università La Sapienza di Roma, in cui si era prevista una sala dotata di copertura fotovoltaica.

Un’isola in cui il traffico veicolare da e per il traghetto si muove su una strada inadeguata per dimensioni lungo l’antico porto romano, provocando un notevole degrado ai resti archeologici.

Un’isola in cui alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d’asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno.

Un’isola in cui per i rifiuti è in corso di realizzazione una struttura di raccolta sulla banchina di attracco del traghetto, quasi a costituire un benvenuto ai turisti, e dove la raccolta differenziata produce solo il 9%, consentendo al Comune di perdere i premi e gli incentivi connessi a raccolte con performance del 95%. Prestazioni non molto difficili da ottenere se si considera che per 9 mesi l’anno sull’isola risiedono stabilmente soltanto 200 persone circa.

Un’isola in cui, in assenza di un Piano Regolatore, dilaga l’abusivismo edilizio: secondo fonti locali 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati.

Un’isola in cui si prevede, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, di ricorrere esclusivamente al fotovoltaico, tecnologia che, se davvero venisse posizionata oltre che sul tetto del Municipio anche sui tetti delle case del paese, avrebbe un devastante impatto visivo. Gli edifici infatti sono principalmente ad un piano e difficilmente i pannelli, con il loro forte effetto specchiante, passerebbero inosservati.

Nella seduta del 22 dicembre 2005 della Cabina di Regia, istituita con L.R. n.1/2001, è stata data la disponibilità ad utilizzare un milione di euro per l’attuazione dell’Azione I.1.5. “Produzione energetica da fonti rinnovabili; fotovoltaico e solare termico” ed in particolare per il progetto innovativo trasferibile: “Ventotene isola ad emissioni zero”. La Giunta Regionale del Lazio il 14 febbraio 2006 ha approvato il progetto con la deliberazione n. 70. Come mai, dopo quasi 4 anni, ancora non c’è niente di sostenibilmente valido?

Il programma “Ventotene Isola ad Emissioni Zero”, presentato a Montreal nel 2005, auspicava in particolare la realizzazione di interventi sostenibili che fossero basati su un “grande pregio architettonico” per “costituire un esempio di coniugazione fra architettura e ambiente”. Viene da chiedersi come la giustapposizione acritica di pannelli solari sulle coperture degli edifici possa venir considerata una esemplare soluzione architettonica, fosse anche solo per il tetto del Municipio. Viene anche da chiedersi cosa è stato fatto dei progetti studiati dal “Gruppo di creatività” istituito ai sensi del progetto regionale e composto da alcuni dipartimenti universitari de “La Sapienza” e di “Tor Vergata”. E viene infine da chiedersi dove siano ad oggi o come siano stati spesi i non esigui finanziamenti pubblici già stanziati (fino al 2008 quasi 12 milioni di euro).

Ventotene potrebbe divenire un’isola attrattiva di un nuovo tipo di turismo, che apprezza la tradizione, la cultura e soprattutto la natura e il suo rispetto. Ma per far questo sono necessari specifici incentivi per ripristinare le attività tradizionali locali, riattrarre la residenzialità e favorire una ripresa della produzione agricola, vinicola in particolare, ormai quasi del tutto abbandonata.

La strada fin qui intrapresa non sembra però andare in questa direzione, a scapito non solo del mancato ritorno economico, ma anche della possibile reale durata nel tempo di questo luogo incantato. Perché se non si pensa con urgenza a realizzare nuove e diverse condizioni di vivibilità per i residenti, Ventotene potrà soltanto trasformarsi in un “atollo” inquinato, in cui gli interessi particolari di pochi rovineranno la straordinaria bellezza grazie alla quale l’isola è stata recentemente inserita nel Patrimonio europeo, marchio simile per propositi a quello dell’Unesco, cui afferiscono, per esempio, piazza del Campidoglio, l’abbazia di Cluny, il Partenone.

Queste riflessioni costituiscono un invito alla giunta comunale per attivarsi nel rendere concreti i programmi approvati e farci trovare per la stagione estiva 2010 una Ventotene più ecologica e più verde.






VENTOTENE: LA GUARDIA COSTIERA E I SUOI NON RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONECondividi
Ieri alle 22.12
PONZANOTIZIE25/11/2009
Ventotene: perchè la Guardia Costiera ha dovuto abbandonare l'isola?
Archiviato in: News — ponzanotizie @ 22:17
Tags: AL, Ambiente, carabinieri, ces, dell, lega, Stati, territorio, uomini

Ventotene: Nel leggere gli articoli di ieri e di oggi sul quotidiano Latina Oggi, in cui il sindaco di Ventotene si rammarica per l’abbandono dell’isola da parte della Guardia Costiera c’è da restare a bocca aperta!
Non è infatti un segreto per nessuno sull’isola la forte e antica avversione del sindaco Assenso per quegli uomini dello Stato che hanno, pur con pochissimi mezzi e alterni successi, cercato per anni di porre un argine al mare di infrazioni e azioni illegali che regolarmente vengono commessi nell’area protetta, soprattutto d’estate. Inoltre non si capisce perché sia necessario un passaggio di consegne, tra l’altro ancora non ufficializzato, tra i due corpi.
Il sindaco infatti si guarda bene dal dire che sono anni che la Guardia Costiera chiede sull’isola un ufficio degno di questo nome, visto che finora ha abitato due stanze all’ultimo piano del Comune, richiesta sempre fortemente osteggiata, tanto che alla fine il comando di Gaeta ha deciso per l’abbandono.
Negli articoli apparsi sul giornale sembrerebbe che al sindaco stia molto a cuore la sorte dell’Area Marina Protetta, ed è comprensibile visto che fino ad oggi ha permesso al comune di incassare 5 milioni di euro di soldi pubblici, che però certo non sono stati spesi per l’ambiente.
Come fa il sindaco allora a giustificare le sue apprensioni, dopo che ha cacciato lo scorso anno l’unico direttore dell’ente parco che tentava di fare onestamente il suo lavoro. E come giustifica che ancora oggi non risulta approvato nessun regolamento, nessun piano di gestione dell’area protetta e neppure uno straccio di piano antincendio?
Ma in fondo non tutto va male su Ventotene; lo scempio edilizio e l’abusivismo selvaggio vanno infatti a gonfie vele, per ora appena arginati soltanto dalla locale stazione dei Carabinieri, fino a ché anche loro non ce la faranno più, e finalmente l’isola potrà essere dichiarata ufficialmente “territorio al di fuori di ogni legalità”.

postato da: Laury

domenica 23 maggio 2010

una tragedia annunciata e domande senza risposta.

Tra gli indagati, ci sarebbe anche il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, il dirigente comunale dell'isola e l'ex sindaco Vito Biondo. Le accuse, le più gravi, sono di concorso in duplice omicidio colposo e lesioni gravi.



LA MIA NOTA SU FACEBOOK..
IL PROFESSOR ORTOLANI:

http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest¬e_id=450241564516



SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 27 / 04 / 2010
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:

il 21 aprile 2010, nell'isola di Ventotene, due ragazzine, F.C. (13 anni) e S.P. (14), di una scuola media romana sono morte a causa della frana di una parete di tufo crollata improvvisamente sulla spiaggia di Cala Rossano;

il problema del dissesto idrogeologico a Ventotene è stato affrontato legandolo ad eventi atmosferici come dimostrano le ordinanze adottate dal sindaco nel 2008 che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale;

tuttavia mancherebbe un piano regolatore, in assenza del quale dilaga l'abusivismo edilizio: secondo fonti locali vi sarebbero 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati;

risulta in corso di realizzazione, in prossimità del terreno franato, un edificio polifunzionale, la cui struttura edilizia, dovrebbe comprendere aule, uffici di segreteria, biblioteca, sala mensa e annessi locali cucina, buvette, foresteria;

il 24 marzo 2009 il sindaco di Ventotene aveva emanato un'ordinanza in cui chiedeva la chiusura parziale, mediante opportuno transennamento del muro stradale, di via Cala Rossano (ad una distanza di qualche centinaia di metri dal luogo della tragedia) per una lunghezza di 41 metri e il monitoraggio delle lesioni presenti sul muro per verificare eventuali smottamenti e l'immediata interdizione al traffico dei veicoli;

il 5 dicembre 2008, la regione Lazio, a seguito di sopralluoghi per danni da eventi atmosferici, nella relazione finale al comune di Ventotene e agli organi regionali competenti per l'impegno di spesa oltre a prendere atto della precaria situazione d'emergenza, nelle conclusioni sottolineava la necessità di uno studio geologico come base per poter valutare gli interventi possibili per ripristinare le aree interessate dalla calamità;

Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'università di Napoli Federico II ha dichiarato che il costone tufaceo che delimita a sud la spiaggia di Cala Rossano a Ventotene che è stato interessato da un crollo di massi che ha causato due giovani vittime, anche se non era stato classificato a pericolo di frana, di fatto era instabile ed avrebbe dovuto essere classificato come tale;
«le spiagge sottostanti al costone - ha scritto il geologo in uno studio, fornito anche di una ricca documentazione fotografica - avrebbero quindi dovuto essere interdette ai cittadini.
La mancata corretta perimetrazione dei tratti di costone instabili e la mancata interdizione delle sottostanti spiagge ai cittadini ha infatti determinato la presenza dei giovani studenti alla base delle scarpate»;
alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d'asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno;
nei lavori di ristrutturazione delle strade dell'isola emergono gravi problematiche, come accaduto per i lavori di via Luigi Jacono, una delle tre grandi arterie di Ventotene, il 18 settembre 2009, nel corso dei quali si è aperta una voragine di due metri con una fenditura che ha interessato anche alcune abitazioni con gli abitanti che lamentano che nel rifacimento siano stati collocati centinaia di pilastri «a 20 metri di profondità»;

le risorse che risultano essere state destinate alla messa in sicurezza del comune di Ventotene riguardano quelle del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per un finanziamento pari a 1,79 milioni di euro per gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza della parete rocciosa del solo porto romano -:
se sia vero che le sole risorse destinate alla messa in sicurezza di Ventotene riguardano 1,79 milioni di euro per il solo porto romano;
se si sia provveduto a far realizzare lo studio geologico sull'isola come chiesto dalla Regione nel 2008;
per quali motivi si sia realizzato un edificio polifunzionale in un'isola che è «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni e sulla base di quali autorizzazioni;

se per la realizzazione del centro polifunzionale siano state rispettate tutte le norme e quale sia stato il livello di coinvolgimento di dirigenti della riserva naturale marina e del parco terrestre dell'isola di Ventotene, considerato che l'isola di Ventotene è tutelata ai sensi del decreto ministeriale 11 maggio 1999 quale «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni;

per quali ragioni si continuino a realizzare opere che comportano colate di cemento in un territorio così pregevole e delicato;

quale esito abbia avuto il monitoraggio delle lesioni presenti lungo via Cala Rossano, per il quale ne era stato disposta la chiusura e l'interdizione al traffico dei veicoli;

se e quali provvedimenti il Governo intenda adottare al fine di realizzare un piano straordinario di interventi strutturali per la messa in sicurezza dell'isola di Ventotene con lo scopo di scongiurare seri pericoli per l'incolumità degli abitanti e preservare il patrimonio naturalistico ed ambientale che risulta essere l'essenza vitale dell'isola.

(4-06903)