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domenica 23 maggio 2010

una tragedia annunciata e domande senza risposta.

Tra gli indagati, ci sarebbe anche il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, il dirigente comunale dell'isola e l'ex sindaco Vito Biondo. Le accuse, le più gravi, sono di concorso in duplice omicidio colposo e lesioni gravi.



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IL PROFESSOR ORTOLANI:

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SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 27 / 04 / 2010
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:

il 21 aprile 2010, nell'isola di Ventotene, due ragazzine, F.C. (13 anni) e S.P. (14), di una scuola media romana sono morte a causa della frana di una parete di tufo crollata improvvisamente sulla spiaggia di Cala Rossano;

il problema del dissesto idrogeologico a Ventotene è stato affrontato legandolo ad eventi atmosferici come dimostrano le ordinanze adottate dal sindaco nel 2008 che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale;

tuttavia mancherebbe un piano regolatore, in assenza del quale dilaga l'abusivismo edilizio: secondo fonti locali vi sarebbero 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati;

risulta in corso di realizzazione, in prossimità del terreno franato, un edificio polifunzionale, la cui struttura edilizia, dovrebbe comprendere aule, uffici di segreteria, biblioteca, sala mensa e annessi locali cucina, buvette, foresteria;

il 24 marzo 2009 il sindaco di Ventotene aveva emanato un'ordinanza in cui chiedeva la chiusura parziale, mediante opportuno transennamento del muro stradale, di via Cala Rossano (ad una distanza di qualche centinaia di metri dal luogo della tragedia) per una lunghezza di 41 metri e il monitoraggio delle lesioni presenti sul muro per verificare eventuali smottamenti e l'immediata interdizione al traffico dei veicoli;

il 5 dicembre 2008, la regione Lazio, a seguito di sopralluoghi per danni da eventi atmosferici, nella relazione finale al comune di Ventotene e agli organi regionali competenti per l'impegno di spesa oltre a prendere atto della precaria situazione d'emergenza, nelle conclusioni sottolineava la necessità di uno studio geologico come base per poter valutare gli interventi possibili per ripristinare le aree interessate dalla calamità;

Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'università di Napoli Federico II ha dichiarato che il costone tufaceo che delimita a sud la spiaggia di Cala Rossano a Ventotene che è stato interessato da un crollo di massi che ha causato due giovani vittime, anche se non era stato classificato a pericolo di frana, di fatto era instabile ed avrebbe dovuto essere classificato come tale;
«le spiagge sottostanti al costone - ha scritto il geologo in uno studio, fornito anche di una ricca documentazione fotografica - avrebbero quindi dovuto essere interdette ai cittadini.
La mancata corretta perimetrazione dei tratti di costone instabili e la mancata interdizione delle sottostanti spiagge ai cittadini ha infatti determinato la presenza dei giovani studenti alla base delle scarpate»;
alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d'asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno;
nei lavori di ristrutturazione delle strade dell'isola emergono gravi problematiche, come accaduto per i lavori di via Luigi Jacono, una delle tre grandi arterie di Ventotene, il 18 settembre 2009, nel corso dei quali si è aperta una voragine di due metri con una fenditura che ha interessato anche alcune abitazioni con gli abitanti che lamentano che nel rifacimento siano stati collocati centinaia di pilastri «a 20 metri di profondità»;

le risorse che risultano essere state destinate alla messa in sicurezza del comune di Ventotene riguardano quelle del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per un finanziamento pari a 1,79 milioni di euro per gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza della parete rocciosa del solo porto romano -:
se sia vero che le sole risorse destinate alla messa in sicurezza di Ventotene riguardano 1,79 milioni di euro per il solo porto romano;
se si sia provveduto a far realizzare lo studio geologico sull'isola come chiesto dalla Regione nel 2008;
per quali motivi si sia realizzato un edificio polifunzionale in un'isola che è «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni e sulla base di quali autorizzazioni;

se per la realizzazione del centro polifunzionale siano state rispettate tutte le norme e quale sia stato il livello di coinvolgimento di dirigenti della riserva naturale marina e del parco terrestre dell'isola di Ventotene, considerato che l'isola di Ventotene è tutelata ai sensi del decreto ministeriale 11 maggio 1999 quale «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni;

per quali ragioni si continuino a realizzare opere che comportano colate di cemento in un territorio così pregevole e delicato;

quale esito abbia avuto il monitoraggio delle lesioni presenti lungo via Cala Rossano, per il quale ne era stato disposta la chiusura e l'interdizione al traffico dei veicoli;

se e quali provvedimenti il Governo intenda adottare al fine di realizzare un piano straordinario di interventi strutturali per la messa in sicurezza dell'isola di Ventotene con lo scopo di scongiurare seri pericoli per l'incolumità degli abitanti e preservare il patrimonio naturalistico ed ambientale che risulta essere l'essenza vitale dell'isola.

(4-06903)



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