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lunedì 31 maggio 2010

il pericolo esisteva ed era noto?


sabato 29 maggio 2010
Cala Rossano era pericolosa:

gli amministratori comunali hanno ignorato l'allarme rosso
Ecco i colpevoli della morte di Sara e Francesca


Ventotene: La spiaggia dove morirono le due ragazze in gita scolastica bocciata già nel 2009 da Legambiente e Protezione civile. Il dossier: alto rischio idrogeologico, ma nessuno si preoccupò dei lavori.

Sara Panuccio e Francesca Colonnello, non dovevano accedere a Cala Rossano, dove sono morte sotto il crollo del costone di tufo il 20 aprile. L'area era a rischio ma nessun cartello di avviso fu apposto. E nessuna opera fu avviata. E centinaia di scolaresche in gita scolastica hanno continuato a frequentare l'unico tratto di spiaggia aperto a Ventotene. Non c'è solo la Procura di Latina ad accusare in particolare tre indagati su 10: il sindaco, l'ex sindaco e il dirigente dell'Ufficio tecnico. Emergono significative omissioni anche dal monitoraggio ambientale della Protezione Civile «per mitigare il rischio idrogeologico» eseguito con Legambiente che ha reso pubblici i risultati l'anno scorso. Il documento boccia Ventotene assegnandole il punteggio di 1,5 ben sotto la sufficienza, rappresentata dal 6. Ventotene finisce al quartultimo posto della classifica, seguita solo da Concerviano, Villa Santa Lucia e Vejano. Anche per colpa dell'abusivismo.
Abusive sarebbero i 2/3 delle 1.500 case costruite su una zolla di 1 km e mezzo quadrato, con molte ville elevate sopra gli antichi vasconi romani di raccolta acqua. E ora l'acqua batte su cemento e asfalto finendo sui costoni di tufo, che crollano al suolo I campanelli d'allarme. Già nel 2004 ci fu un distacco nella medesima zona di Cala Rossano. In tre avvisi di garanzia su 10 si legge: «Nel gennaio 2007 omessa segnalazione del pericolo esistente nella zona che richiedeva consolidamento e riqualificazione della parete tufacea mediante iniezione cementizie e sistemi di protezione contro fenomeni di distacchi roccioso». Inascoltati gli allarmi delle autorità preposte. «...omessa segnalazione di pericolo di distacco parete rocciosa in zone immediatamente limitrofe nel novembre del 2009 a seguito di segnalazione dell'Ufficio locale marittimo di Ventotene». In pratica, non si sarebbero dati ascolto. Di più. «In particolare i predetti indagati non davano riscontro all'invito per partecipare alla conferenza programmatica predisposta dall'autorità dei Bacini regionali del Lazio con note del 14.01.2005; 08.03.2005 e 26.10.2005 per il P.A.I. (Piano per l'assetto idrogeologico ndr).
Con note del 16.07.2008; 02.02.2009 per il Pai 2009. La loro mancata partecipazione ovvero omessa trasmissione di dati relativi alla spiaggia di Cala Rossano non consentivano ai membri dell'Autorità dei Bacini regionali del Lazio di avere una completa conoscenza dello stato dei luoghi con conseguente omissione di indicazione della zona quale area pericolo ovvero di attenzione geomorfologia».
Grazia maria Coletti - 29/05/2010
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VENTOTENE: LA GUARDIA COSTIERA E I SUOI NON RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONECondividi
venerdì 28 maggio 2010 alle ore 22.12
PONZANOTIZIE25/11/2009
Ventotene: perchè la Guardia Costiera ha dovuto abbandonare l'isola?
Archiviato in: News — ponzanotizie @ 22:17
Tags: AL, Ambiente, carabinieri, ces, dell, lega, Stati, territorio, uomini

Ventotene: Nel leggere gli articoli di ieri e di oggi sul quotidiano Latina Oggi, in cui il sindaco di Ventotene si rammarica per l’abbandono dell’isola da parte della Guardia Costiera c’è da restare a bocca aperta!
Non è infatti un segreto per nessuno sull’isola la forte e antica avversione del sindaco Assenso per quegli uomini dello Stato che hanno, pur con pochissimi mezzi e alterni successi, cercato per anni di porre un argine al mare di infrazioni e azioni illegali che regolarmente vengono commessi nell’area protetta, soprattutto d’estate. Inoltre non si capisce perché sia necessario un passaggio di consegne, tra l’altro ancora non ufficializzato, tra i due corpi.
Il sindaco infatti si guarda bene dal dire che sono anni che la Guardia Costiera chiede sull’isola un ufficio degno di questo nome, visto che finora ha abitato due stanze all’ultimo piano del Comune, richiesta sempre fortemente osteggiata, tanto che alla fine il comando di Gaeta ha deciso per l’abbandono.
Negli articoli apparsi sul giornale sembrerebbe che al sindaco stia molto a cuore la sorte dell’Area Marina Protetta, ed è comprensibile visto che fino ad oggi ha permesso al comune di incassare 5 milioni di euro di soldi pubblici, che però certo non sono stati spesi per l’ambiente.
Come fa il sindaco allora a giustificare le sue apprensioni, dopo che ha cacciato lo scorso anno l’unico direttore dell’ente parco che tentava di fare onestamente il suo lavoro. E come giustifica che ancora oggi non risulta approvato nessun regolamento, nessun piano di gestione dell’area protetta e neppure uno straccio di piano antincendio?
Ma in fondo non tutto va male su Ventotene; lo scempio edilizio e l’abusivismo selvaggio vanno infatti a gonfie vele, per ora appena arginati soltanto dalla locale stazione dei Carabinieri, fino a ché anche loro non ce la faranno più, e finalmente l’isola potrà essere dichiarata ufficialmente “territorio al di fuori di ogni legalità”.

postato da: Laury


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chi e' pinocchio?

CHI E' PINOCCHIO ????? Ieri alle 19.38
domenica 30 maggio 2010
Ventotene: parole, fatti e dignità
In una lettera al Messaggero la storia del sindaco che rischia di affondare l'isola!


: Ventotene: parole, fatti e dignità

Gentile Direttore, sulla recente tragedia di Ventotene, dove sono morte due bambine per il crollo di una roccia, ho letto e sentito in TV le parole dell'appena rieletto sindaco dell'isola, Geppino Assenso, che parla di "tragica fatalità, stupore perché nell'area non c'erano mai stati crolli, fondi richiesti per la sicurezza che non sono mai arrivati, presunte colpe di altri amministratori, coscienza a posto per aver fatto tutto il possibile".

Poi ho letto che lo stesso sindaco veniva, insieme ad altri, indagato dai giudici per omicidio colposo per: "omessa segnalazione di un pericolo ben noto, non partecipazione ai tavoli tecnici regionali sul pericolo frane, omissione di indicazione della zona quale area pericolosa, ecc".

Ho anche appreso che Ventotene, pur essendo un parco naturale, ha un tasso di abusivismo edilizio spaventoso (due case su tre), che il Comune ha ricevuto milioni e milioni di euro per la tutela del territorio, che in pochi anni il cemento ha ricoperto gran parte dell'isola, e che anche per questo l'intera economia isolana, basata sul turismo, è oggi in ginocchio.

E allora mi chiedo: che cosa aspettano questo sindaco e la sua giunta a dare le dimissioni? Ritengo sia il solo modo per recuperare un briciolo di dignità umana, ammesso che gliene sia rimasta.

Massimo Taliercio
Ventotene

(29 maggio 2010)