APPELLO PER LA SICUREZZA NEI CAMPI SCUOLA pubblicata da Bruno Panuccio il giorno martedì 14 dicembre 2010 A TUTTI GLI STUDENTI
A TUTTI GLI OPERATORI DELLA SCUOLA
A TUTTI I GENITORI DEGLI STUDENTI
A TUTTI COLORO CHE NON SONO GENITORI DI STUDENTI , ma hanno nipoti, figli di amici nelle scuole
A TUTTI COLORO CHE CREDONO NEL SENSO CIVICO
In questo periodo in tutte le scuole ci si organizza per la scelta della destinazione dei campi scuola primaverili. In seguito alla tragedia di VENTOTENE del 20 aprile 2010 in cui durante una gita scolastica sono morte SARA PANUCCIO e FRANCESCA COLONNELLO,
non certo per una fatalità, ma per colpevoli inosservanze delle norme di sicurezza da parte dell’amministrazione locale, questo lo si può affermare indipendentemente da qualsiasi esito giudiziario sulla vicenda, CHIEDO
a voi tutti un piccolo gesto che sicuramente potrà essere di grande utilità se preso in seria considerazione. Una gita scolastica deve essere un momento di arricchimento e felicità e non può divenire fonte di dolore eterno per la mancanza di chi ti è caro !!
CHIEDETE CHE I LUOGHI PRESCELTI OFFRANO LA MASSIMA GARANZIA DI SICUREZZA E TUTELA DEI VISITATORI
PUNITE CON L’ESCLUSIONE, CHI HA DIMOSTRATO DI NON AVERE ALCUN RIGUARDO PER LA VITA ALTRUI, MA DI ANTEPORRE I PROPRI INTERESSI ECONOMICI, SARA’ DI ESEMPIO E MONITO PER CHI FA DEL TURISMO IL CARDINE ECONOMICO.
DIVULGATE QUESTA NOTA, CONDIVIDETELA E RICHIEDETENE LA CONDIVISIONE AGLI ALTRI,STAMPATELA, FOTOCOPIATELA,AFFIGGETELA NELLE BACHECHE DELLE SCUOLE E COSA PIU’ IMPORTANTE … FATELA TROVARE SULLA CATTEDRA DEGLI INSEGNANTI !!!!
Grazie anche a questo gesto il SACRIFICIO DI SARA E FRANCESCA NON SARA’ INUTILE.
CHE MAI PIU’ ACCADA AD ALTRI CIO’ CHE E’ ACCADUTO A LORO, ALLE LORO FAMIGLIE ED AI LORO AMICI
VENTOTENE...IL PREMIO AGLI AMMINISTRATORI pubblicata da Bruno Panuccio 6 ottobre 2010 alle ore 20.39
VENTOTENE: IL PREMIO AGLI AMMINISTRATORI
Oggi, 6 ottobre 2010, si festeggia nel mondo cattolico San Bruno e quindi è il mio onomastico, non mi aspettavo alcun regalo, anche perché voglia di festeggiare non ne abbiamo dopo la morte di mia figlia Sara, della sua amica Francesca ed il grave ferimento di Athena. Ma qualcuno si vede la pensi diversamente per cui ho avuto un presente inaspettato e del quale sinceramente avrei volentieri fatto a meno. A questo punto è mio dovere ricordare i nomi di 3 dei 10 indagati ; per ora; per la tragedia di Ventotene, e le motivazioni di tale provvedimento:è un atto pubblico e quindi non ho alcun timore a divulgarlo.
Il P.M. Vincenzo Saveriano sta indagando i signori:
ASSENSO GIUSEPPE, nato a Ventotene il 11/10/ 1946, quale sindaco di Ventotene dall'Aprile 2005 ad oggi
BIONDO VITO, nato a Ventotene il 04/05/1942 , quale sindaco di Ventotene dal 2004 all'Aprile 2005
ROMANO PASQUALE , nato a Ventotene il 30/11/1955 , quale responsabile dell'Ufficio Tecnico del comune di Ventotene
tutti e tre per: colpevole omessa segnalazione nelle loro rispettivequalità come sopra specificatedel pericolo esistente nella spiaggia di Cala Rossano di Ventotene nonostante il massiccio intervento eseguiti nel giugno 2004 relativo al distacco di parete rocciosanella medesima zona; per omessa segnalazione nel gennaio 2007 di pericolo esistente sulla zona che richiedeva consolidamento e riqualificazione della parete tufacea mediante iniezioni cementizie e sistemi di protezione contro fenomeni di distacchi rocciosi nonché per omessa segnalazione di pericolo di distacco parete rocciosa in zone immediatamente limitrofe nel novembre 2009 a seguito di segnalazione dell'Ufficio locale marittimo di Ventotene.
I predetti indagati non davano riscontro all'invito a partecipare alla Conferenza programmatica predisposta dall'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio con note del 14/01/2005, del 08/03/2005, del 26/10/2005, del 16/07/2008 e del 02/02/2009.
La loro mancata partecipazione ovvero l'omessa trasmissione de dati relativi alla spiaggia di Cala Rossano non consentivano ai membri dell'Autorità dei Bacini Regionali del Lazio di avere una completa conoscenza dello stato dei luoghi con conseguente omissione di indicazione della zona quale area a pericolo ovvero di attenzione geomorfologica.
In parole più semplici per noi comuni cittadini : crolli dove sono morte Sara e Francesca ne erano avvenuti precedentemente e più volte, tanto è vero che ci si era messa mano anche se in maniera non sufficiente, per contro si sono sempre guardati bene dal segnalare il pericolo forse perchè seguendo quello che sarebbe stato il buonsensoi turisti e scolaresche avrebbero scelto altre mete.
Oltre queste colpe presunte hanno disertato omertosamente gli incontri con le autorità della regione per relazionare sullo stato idrogeologico della loro isola, in tal modo del pericolo erano a conoscenza solo gli abitanti del luogo i quali si guardavano bene dal porsi a ridosso delle rocce lasciando il piacere dell'ombra agli ignari visitatori che forse pensavano ad un segno di grande cortesia e generosità da parte degli isolani.
Io ricordo bene che la sera dei funerali il primo cittadino in una trasmissione nazionale dichiarò che mai si sarebbe aspettato un evento del genere e sventolando una cartina nella quale altri signori , anche loro indagati, e dei quali parleremo in futuro, dichiaravano nella loro funzione di periti che la zona era sicura a tutti gli effetti ( chissà mai perché solo le due spiaggette più accessibili e dove c'è uno dei circoli velici più famosi d'Italia fanno eccezione al 95 % dell'isola ritenuta pericolosa e offlimits ) A fronte di tutto ciò in un paese civile tali persone dovrebbero avere perlomeno il buongusto di dimettersi o sospendersi in attesa di giudizio o essere rimossi temporaneamente o definitivamente da autorità statali superiori fosse anche per rispetto delle nostre famiglie e dei cittadini tutti.
.....................ED INVECE.................
per sostenere questi tre poveri malcapitati dallo stress di tale vicenda che sicuramente sarà superiore a quello delle famiglie di Sara e Francesca ed anche per aiutarli da un punto di vista economico , gli avvocati costano , e se per loro disgrazia la giustizia italiana li dovesse ritenere colpevoli a livello penale o civile andrebbero incontro a dover far fronte a risarcimenti pesanti il destino benigno ha deciso di dargli una mano .
.............NON E' UNO SCHERZO , BASTA NASCERE FORTUNATI
Il nuovo Piano Casa della Regione Lazio appena varato ha individuato a Ventotene altre quattro zone urbanizzate oltre al paese vero, casomai ce ne fosse bisogno in un territorio di appena 154 ettari, dove è possibile aumentare la cubatura fino al 60 % e quindi poter realizzare opere di costruzione di tante belle stanzette da affittare a peso d'oro ai turisti che verranno in futuro, come ben sapete l'isola è piccolissima e per far fronte alla domanda si son già dovuti sacrificare e stringere costruendo abusivamente due case su tre, quindi ora è meglio l'avallo del governo così da poter tacciare le malelingue come me e abbassare la percentuale di opere abusive. E' un teorema perfetto : invece di abbattere lo scempio abusivo e ridare all'isola l'antico splendore per cui è tanto decantata, si aumenta il cemento in maniera legale cosicchè magari di questo passo, poco a poco, ci sarà solo una casa non censita su tre, è una trovata diabolica, strano non ci abbiano pensato prima.
E quel che è ancora più strano è l'ubicazione di queste zone prescelte, sono sparse qua e là,come si evince dalla cartografia visionabile sul sito della Regione: mica a tutti è riservato il diritto... provate ad indovinare che grande coincidenza è arrivata dal bussolotto della dea bendata.
Ora ve lo spiego io: una zona, l'albergo Cala Battaglia è del nipote dell'attuale sindaco il quale ha già collezionato parecchie denunce per abusivismo edilizio, l'ultima appena un mese fa,un altra coincide con la proprietà dell'ex sindaco Vito Biondo,la terza guarda caso è di proprietà del signor Romano Pasquale, responsabile dell'ufficio Tecnico.
Ma sono gli stessi dell'avviso di garanzia !!!!
Naturalmente non ci si è dimenticati delle proprietà dei vari consiglieri di maggioranza e falsa opposizione, così da continuare allegramente e impunemente nella tradizione della gestione ormai consolidata di Ventotene, infischiandosene altamente del fatto che la stessa è considerata Patrimonio dell'Unesco e all'interno c'è un Parco che forse avrebbe bisogno di maggior tutela.
Non è solo lo sfogo personale di un padre al quale è stata tolta una figlia, non certo per una fatalità, come si vorrebbe far credere, ma la denuncia di una vergogna che spero condividiate il più possibile.
Vi ringrazio dell'attenzione alla lunga lettura, se avete avuto la pazienza di arrivare a queste righe, ma stavolta la sintesi non mi era permessa.
A Mattino 5 Athena racconta quel maledetto 20 aprile in cui persero la vita Sara e Francesca
AUGURI DI CUORE DI UNA VELOCE GUARIGIONE
In conseguenza del tipo di trasmissione e dell'orario di messa in onda l'intervista si indirizza sul lato umano e commovente della vicenda, lasciando pochissime battute sulla ricerca delle responsabilità....sono state brave Athena e la mamma Alessandra ad inserire il fatto che la guida stava spiegando ai ragazzi che il tufo era friabile, che non c'era alcuna rete di protezione e che l'amministrazione locale ha responsabilità sull'accaduto.
Per il resto è tutto da copione: spettacolarizzazione del dramma e ricerca di lacrime e consenso dei telespettatori per arrivare allo spot successivo e vendere prodotti vari !!!
Ad ogni modo Athena che ha solo 14 anni ha dimostrato la sua grande forza d'animo e il suo impegno nel ricordare le sue amiche scomparse, ha sopportato lo stress delle telecamere puntate addosso .
Bruno Panuccio VENTOTENE: INTERVENTO DI BRUNO PANUCCIO A RAI
pubblicata da Bruno Panuccio 29 settembre 2010
............... Mi permetto di pubblicare questa nota anche oggi in relazione al fatto che sulle reti mediaset il 28/09/2010 è andata in onda l'intervista ad Athena che miracolosamente è sopravvissuta il 20/04 alla tragedia in cui hanno perso la vita mia figlia Sara e la sua amica Francesca..
Io ho avuto l'opportunità e la fortuna di potermi esprimere in modo più ampio su quelle che secondo me e molti altri sono le reali responsabilità sull'accaduto...
vi chiedo ancora una volta di condividerlo affinchè sia ben chiaro a tutti che non si è trattato di una tragica fatalità ; se non nei nomi e nei numeri, ma di qualcosa di prevedibilissimo e colpevole ne è la gestione del luogo da parte dell'amministrazione locale e di quanti hanno ritenuto sulla carta quelle spiagge sicure a rischio e pericolo dei turisti e delle scolaresche in visita sull'isola.
da parte mia non smetterò mai di far sì che la verità venga a galla...
lo devo a Sara e a Francesca, non sarebbe di nessun aiuto a me ed agli altri autocommiserarmi nel dolore e farmi da parte....
L'EVENTO Ventotene, tre mesi fa la tragedia campo scuola per Francesca e Sara Messa stamani a Castel di Guido per ricordare le ragazza morte nel crollo di un costone di roccia. Polverini: "Saranno destinati a sistemare i nostri territori 120 milioni di euro". Bruno Panuccio: "Bastavano diecimila euro per mettere in sicurezza la rete"
La mamma di Sara, Martina Panuccio, si inginocchia a terra, scoppia a piangere e grida "non ce la faccio ad andare avanti", quando viene svelata la targa che intitola a "Francesca e Sara" il campo scuola della Protezione civile di Roma, stamani a Castel di Guido. Il marito Bruno la abbraccia, come fanno poi anche Maurizio e Vincenza Colonnello, genitori di Francesca. A soli tre mesi dalla tragedia di Ventotene, dove le due studentesse quattordicenni persero la vita colpite da un costone roccioso che si era staccato da una parete e caduta sulla spiaggia sottostante, il dolore dei familiari è ancora vivo e implacabile. "Per me è come se fosse successo oggi. Per me è sempre oggi", dice il papá di Sara, Bruno, di fronte ai tanti compagni di scuola delle due ragazze, al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al presidente della Regione Lazio Renata Polverini, al direttore della Protezione Civile del Campidoglio Tommaso Profeta.
LA CERIMONIA
"Dopo la tragedia ho sottoscritto un accordo di programma con il ministro Prestigiacomo che dà una prima importante risposta: 120 milioni di euro saranno destinati a sistemare i nostri territori, a renderli vivibili e sicuri, in parte con risorse della Regione, in parte con risorse del ministero dell'Ambiente. I lavori partiranno proprio dall'isola di Ventotene, dove Sara e Francesca hanno perso la vita", ha annunciato il governatore.
"Ciò che non mi dà pace è che si dovesse arrivare alla morte di due ragazzine anonime, speciali per noi, per muovere qualcosa", ha replicato Bruno Panuccio. "Da una parte mi rallegro per i 120 milioni stanziati per mettere in sicurezza il territorio - ha continuato Bruno Panuccio - dall'altra ricordo che bastavano diecimila euro per mettere in sicurezza la rete e evitare la tragedia. E' il segno che bisogna agire prima, visto che i fondi ci sono. Chiedo che si facciano controlli sulla spesa di questi 120 milioni di euro. Sarebbe il colmo se sul sangue delle nostre figlie si ingrassasse qualche amministrazione corrotta".
"Sosteneteci nella nostra battaglia per accertare le responsabilità - ha concluso Panuccio - Noi siamo ergastolani a cielo aperto, scontiamo l'ergastolo del dolore, mentre qualcun altro se la caverà con poco o niente. Per molti sono passati già 3 mesi dalla frana di Ventotene. Per me è successo oggi. E' sempre oggi."
Dopo la messa officiata da Don Angelo Compagnone, parroco della chiesa di S. Anna a Morena, dove le due ragazzine vivevano, viene liberato simbolicamente un gheppio, che vola via sulla targa che ricorda Sara e Francesca. Nel campo scuola a loro intitolato vengono ospitati, nel mese di luglio, circa cento alunni delle V classi delle scuole primarie di Roma, che apprenderanno le nozioni base della protezione civile e del suo funzionamento.
"La protezione civile - ha sottolineato il sindaco Alemanno - deve sempre più servire a prevenire e non semplicemente a intervenire in caso di disastri. Questo campo scuola, che serve a diffondere la cultura del volontariato fra i giovani, può essere uno strumento molto importante". Il primo cittadino ha poi annunciato la nascita "di una fondazione, attraverso l'Ama, che serva a controllare proprio gli aspetti di decoro, degrado ambientale e tutela del paesaggio, e che può essere un grande strumento di prevenzione. Un progetto - ha concluso - in cui i genitori di Sara e Francesca saranno in qualche modo coinvolti".
A quanto sembra non sono l’unico a pensarla in un certo modo sulla gestione di VENTOTENE Questo è scritto da qualcuno che io non conosco ma che sicuramente sa molto più di me sulle attività locali…. Ha tutta la mia approvazione….
giovedì 15 luglio 2010 Ventotene: dopo Beniamino il diluvio
Storia della cricca criminale che in dieci anni ha distutto un'intera comunità e il suo territorio.
Ventotene: Dieci anni, ci sono voluti soltanto dieci anni per cancellare definitivamente i millenni di storia umana e naturale che hanno plasmato l'isola di Ventotene rendendola quel paradiso che molti, i più fortunati, hanno avuto modo di conoscere fino ad un decennio fa. Dalla morte improvvisa nel 1999 del sindaco Beniamino Verde, uomo lungimirante che aveva realmente a cuore la salvaguardia dell'immenso patrimonio culturale e naturalistico rappresentato da Ventotene e S. Stefano, coloro che lo hanno sostituito hanno fatto a gara per spolpare e devastare quanto c'era di bello e unico sull'isola. Il tutto con un solo scopo: quello di trarre il massimo profitto personale per sé e per i propri congiunti. Vere e proprie 'cricche' costituite dal sindaco, dai suoi parenti, dagli assessori e dai dirigenti comunali, appoggiati esternamente da zelanti funzionari regionali e ministeriali, che per il denaro hanno permesso l'abusivismo edilizio sin dentro al Porto Romano e nella zona A della Riserva Naturale (ad oggi 2/3 delle abitazioni isolane sono illegali), ricoperto con tonnellate di cemento interi pezzi di territorio (con la scusa di inutili quanto devastanti e mal eseguiti 'lavori pubblici'), progettato e asfaltato strade, permesso lo scempio di un territorio piccolissimo (1,2 Km2) e fragilissimo senza alcun controllo. Omuncoli convinti del fatto che l'interesse pubblico è la somma degli interessi di alcuni, e che per sviluppo debba essere intesa la riuscita della "stagione", ovvero il concentrare in due mesi il massimo numero di turisti possibili (oltre 5.000) su 200 metri lineari di spiaggia, offrendo loro servizi da terzo mondo a costi stratosferici. Una politica talmente miope e senza sbocchi da risultare idiota e suicida, purtroppo condivisa da molti cosiddetti 'operatori turistici' locali.
Ovviamente in questo maledetto decennio le parole prevenzione, salvaguardia, tutela e sostenibilità sono state bandite dal vocabolario isolano, e allora l'isola si è rivoltata. Il 20 aprile scorso il crollo di un costone di tufo ha ucciso due bambine innocenti, Sara e Francesca, e ferito gravemente una loro compagna, Athena. Di fronte alle conseguenza penali e alle responsabilità il sindaco è entrato nel panico, ha commissionato - in nome della 'sicurezza' e per salvare la suddetta "stagione" - ulteriori lavori urgenti di cementificazione dei costoni naturali, deturpando così anche l'ultima delle bellezze naturalistiche che caratterizzavano Ventotene, ma è stato tutto inutile. Oggi, in pieno luglio, solo pochissimi turisti si avventurano sull'isola e ieri l'altro la Regione Lazio ha interdetto al pubblico il 97% delle coste, comprese case, alberghi e ristoranti che si trovano a 150 metri da esse: in pratica tutta Ventotene.
A questo punto solo un generale e profondo ripensamento delle politiche di sviluppo del territorio, che miri a valorizzare in forma compatibile le ricchezze straordinarie sia naturalistiche che storiche e culturali presenti sull'isola potrà salvare, forse, Ventotene. Basta notti bianche, elezioni di miss sotto le stelle, giochi del mare o revival dello yacht d'epoca. Il turismo di massa che vuole ciò va a Rimini, dove queste cose le sanno fare molto meglio offrendo, tra l'altro, servizi ottimi a prezzi abbordabili. Un turismo più consapevole e attento è quello adatto ad un territorio fragile e piccolissimo come quello di Ventotene, che veda anche il coinvolgimento della forza lavorativa giovanile, oggi sbandata e lasciata a se stessa, e che possa essere spalmato su tutti i 12 mesi dell'anno. Ciò solo dopo aver eradicato, politicamente o attraverso la magistratura, quella 'cricca' rozza ed imbecille che in soli dieci anni è stata capace di portare alla rovina un'intera comunità e il suo territorio.
Bruno Panuccio 16 luglio alle ore 22.11 VENTOTENE: LA SVOLTA
Oggi su numerosi quotidiani ha un gran risalto la notizia che sono stati stanziati 120 mln. ( centoventimilioni ) di euro per interventi urgenti di mitigazione del rischio idrogeologico, di cui circa 5,3 milioni per Ponza e 6,4 per Ventotene. E’ quanto previsto dall’accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio. Durante la conferenza stampa di presentazione, si è posto l’accento sul fatto che questa è la risposta delle istituzioni alla mia richiesta, fin dal momento della tragedia, di intervento da parte della politica. In relazione a questo fatto mi sento in diritto ed in dovere di commentare…… Il mio spirito è percorso da due stati d’animo contemporaneamente opposti: per prima cosa non posso non esser lieto che stavolta si agisca in termini di prevenzione e programma, che sia il segno dell’agire “prima”, allo stesso tempo sono conscio che si agisca dopo la tragedia di Sara e Francesca e questo non so se riuscirà a lenire il dolore mio o addirittura lo amplificherà in relazione a quanto andrò ad esporre. Tanti e troppi morti ci sono stati a causa della negligenza e del malaffare nel nostro martoriato paese, basti ricordare gli ultimi episodi come la frana a Messina o il treno investito al Nord nel momento esatto del passaggio. So benissimo che il dolore loro è uguale in tutto e per tutto al mio, tante lacrime versate e il pesante fardello dell’assenza di chi ti è caro. Sono infuriato con la vita e con il sistema, perche a Ventotene sono stati così ciechi dopo Messina conoscendo perfettamente le condizioni della loro isola ? Qual è il numero di morti, disgrazie e vergogne in Italia perché ci si muova ? Perché ci son volute due anonime ragazze di Roma a fungere da agnelli sacrificali perché ci si svegliasse da questo torpore colpevole ed assassino ? Perché proprio mia figlia ? Forse perché l’indignazione ha superato la soglia di menefreghismo, ci si è resi conto che è capitato a me , ma potevano essere i figli che in questo momento avete accanto. Ora la mia richiesta ulteriore a chi ha il potere è il controllo della realizzazione di opere positive e che tutti questi fondi, sacrificio delle tasse dei cittadini, non si perdano in rivoli di sprechi e mazzette perché sarebbe il colmo che il sangue di mia figlia Sara e di Francesca faccia felice amministrazioni corrotte. A voi che mi leggete, chiedo ancora una volta la condivisione e la diffusione della mia modesta denuncia, perché solo grazie a voi, abbiamo dopo tre mesi questi risultati e questa ribalta. Sosteneteci nell’ottenere giustizia, che siano accertate le responsabilità e puniti severamente ( per quanto è possibile ) i colpevoli , affinchè non si ripeta o perlomeno si ponga un argine e si limitino danni futuri ad altri, che non dimenticate siamo tutti noi indistintamente. GRAZIE
ORA SI PREOCCUPANO DELLA CRISI DEL TURISMO... MA DI MIA FIGLIA E DI FRANCESCA SE NE SONO FREGATI, COME ANCHE DI TANTA ALTRA GENTE CHE FORTUNATAMENTE E' TORNATA A CASA INCOLUME..
LORO HANNO PERSO DENARO, QUALCUN ALTRO HA PERSO LA FIGLIA...
SI LAMENTASSERO DAVANTI A ME...SE NE HANNO IL CORAGGIO !!!!
PER QUEL CHE MI RIGUARDA POSSONO MORIRE DI FAME !!!!!!
DAL MESSAGGERO : 08 Giugno 2010
Sicurezza come parola d’ordine, insieme al “rilancio” dell’immagine dell’isola. Con una sola spiaggia aperta per l’estate, quella di Cala Nave per la quale i lavori saranno ultimati entro giugno, gli operatori hanno poco da stare allegri. Ecco allora che spuntano una “card” del turista per servizi a prezzi scontati e la possibilità di affittare barche a prezzi ridotti: «Dobbiamo intervenire per recuperare ciò che abbiamo inevitabilmente perduto per quella tragedia - dice Pietro Pennacchio, albergatore - e la conseguente chiusura delle spiagge.
Per questo pensiamo a un progetto come quello del buono barca, in parte finanziato dagli operatori e in parte dal Comune, vedremo anche se è possibile coinvolgere Regione e ministero dell’Ambiente dato che abbiamo l’area protetta».
Incentivate, almento nelle intenzioni, anche le gite al carcere borbonico di Santo Stefano che però è pericolante: si può arrivare sull’isolotto, godere della natura incontaminata e fermarsi ai piedi della struttura che è un esempio di architettura dell’epoca.
In programma anche un maggior numero di iniziative di intrattenimento rispetto al solito.
Intanto domani, dopo quello di Ponza di due settimane fa, Confcommercio terrà un consiglio straordinario a Ventotene «in considerazione del perdurare delle criticità economiche e logistiche che coinvolgono le isole pontine».
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Sara Panuccio
Mi fai sempre lo stesso effetto. ~ Ogni maledetta volta che ci guardiamo negli occhi, sento ancora quel vuoto allo stomaco che mi strozzava tempo fa. Ogni maledetta volta che provo ad immaginarmi senza te, mi sento vuota. Sento ancora le gambe che mi tremano, provo a fare finta di nulla. Ma tu fai l'effetto di sempre.. ♥
----------------------------------- VENTOTENE ( 29 GIUGNO 2010 )Condividi Oggi alle 13.55 VENTOTENE : IL COMPORTAMENTO IMBECILLE E CRIMINALE
Io non so quanti di voi abbiano visto il servizio andato in onda ieri 30 giugno 2010 all’ interno del TG1 delle 20, per chi ne avesse interesse lo può rivedere nel sito della RAI ( ..replay ). All’ interno di suddetto servizio dell’ inviata Roberta Badaloni, sono concentrati parecchi spunti di riflessione. Da ieri è di dominio pubblico un filmato girato precedentemente al 20 aprile da alcuni ragazzi in cui si vede benissimo il costone successivamente franato causando la morte di Sara e Francesca, oltre che il grave ferimento di Athena ( non ci dimentichiamo di lei, per favore !!! ).
Dalle immagini chiarissime è evidente a chiunque l’equilibrio più che precario e destinato al crollo di quella parte di roccia: è scavata in basso per una profondità di alcuni metri, basterebbe conoscere il principio della forza di gravità ( se un qualcosa si regge sul nulla finisce in terra a meno che non sia fornito di ali e ne faccia uso!!!! );
oltre ciò ( e mi ripeto ) c’è l’azione corrosiva del mare sulla falesia che per quanto lenta è infinita;
aggiungiamo la strada sovrastante percorsa da mezzi pesanti carichi di pesi elevati;
i continui lavori di trivellazione profonda conseguenza dei tanti lavori di somma urgenza che negli anni hanno interessato la strada stessa e rimpinguato le tasche delle solite ditte amiche dell’amministrazione ;
la pessima gestione della canalizzazione dell’acqua piovana, e qui chiedete all’amministrazione locale come mai si è permesso che la quasi totalità degli antichi vasconi romani per la raccolta delle acque siano divenute case o ville ( perlopiù abusive, vi ricordo che i 2/3 delle costruzioni a ventotene sono non censite ) e parliamo sempre di un territorio la cui superficie è di 1 ( uno !!! ) chilometro quadrato, per cui qualunque abuso viene perpetrato sotto gli occhi di tutti .
A fronte di tutto ciò credo di essere nel pieno diritto di affermare che è un insulto parlare di tragica fatalità riguardo la morte di mia figlia Sara e della sua amica Francesca ( lo so che ripeto i nomi, ma è bene che rimangano bene impressi nella memoria collettiva ), il nostro lutto è figlio della negligenza e del mancato rispetto verso il valore della vita dei cittadini ospiti dell’isola ( chi non è del posto è solo uno strumento per far cassa ), difatti i Ventotenesi si guardano bene dal mandare i loro figli a ridosso della roccia e per contro si guardano bene dall’allertare le scolaresche in gita dei pericoli da loro ben conosciuti, ( sarebbe una cattiva pubblicità ).
Ed ora veniamo alla situazione attuale: il servizio del TG1 è stato girato il 29 giugno (a poco più di 2 mesi dalla morte delle due ragazze) e la situazione è la seguente: nella spiaggia di Cala Rossano, tranne la piccola zona sotto sequestro giudiziario per le indagini , l’accesso non è vietato, c’è solo qualche sparuto e celato cartello di fare attenzione , per cui la gente continua a stazionare in quell’area altamente pericolosa ( non per niente la ditta che sta mettendo in sicurezza anche Cala Nave lavora sempre a ritmi serrati, forse hanno preso un giorno di ferie per non apparire agli occhi del turista ); dalle immagini si vede addirittura una turista incosciente che tranquillamente si fa il bagno a ridosso delle rocce e sulla cui stradina sterrata sovrastante fa mostra inquietante un camion che credo serva all’edilizia ( il pericolo quindi è di casa sia sopra che sotto) . Il signor sindaco Giuseppe Assenso, alle domande del giornalista della rivista Terra sul come fosse possibile una situazione del genere, ha dato questa risposta: - “ Non ho i mezzi per controllare costantemente l’accesso alla spiaggia o il fatto che la gente si ponga vicino alle rocce, sto aspettando che mi arrivi dall’Abruzzo una fornitura di cartellonistica per i divieti “ Siccome io disgraziatamente su quella spiaggia ci sono stato il giorno che è morta Sara, vi posso dire che l’estensione della stessa è minima, che l’accesso è pressoché obbligato tramite pochissimi metri e quindi una risposta del genere denota secondo me un comportamento IMBECILLE e CRIMINALE da parte di detta amministrazione ( basterebbe transennare l’accesso e spedire ogni tanto un vigile o un qualsiasi delegato a controllare il rispetto di ciò). Ma forse sono ritornati a prevalere i diritti di Dio quattrino per cui quei pochi metri anche se pericolosissimi sono considerati oro e le vite degli incoscienti turisti zero. Nel caso ( speriamo non accada mai ) che crolli un altro pezzo di fragilissimo tufo, potrà sempre dire che stavolta lo sapevano tutti che poteva succedere e quindi di sicuro non è colpa sua !!! A questo punto chi ha una fede la preghi, chi è scaramantico si tocchi le parti basse oppure ferro. In alternativa a tutto ciò fate girare questo scritto affinchè la gente abbia conoscenza di quella che è la gestione di un problema di questa gravità. Vi ringrazio della pazienza avuta nel leggere la mia lunga nota e se lo riterrete opportuno condividetela e diffondetela il più possibile .
venerdì 04 giugno 2010 Una foto incastra il sindaco di Ventotene? Nel 2005 la zona della tragedia, a Cala Rossano, era recintata e tabellata.
Ventotene: Lo ha ripetuto per giorni e giorni a giornali, televisioni, cittadini. Secondo il sindaco Assenso: "mai nessun segno di cedimenti a Cala Rossano, era una spiaggia sicura da sempre". Eppure la magistratura ha indagato lui ed altri nove per omicidio colposo e lesioni gravissime, dopo la morte di Sara e Francesca, e il ferimento di Athena per colpa di quelle rocce maledette. L'indagine della Procura di Latina ha scoperto documenti e atti che provano quanto fosse ben nota agli amministratori dell'isola la pericolosità del sito, tanto da richiedere ben cinque interventi di 'somma urgenza' per la sua messa in sicurezza. Evidentemente non è bastato. Ora spunta una foto, pubblicata in un volume del 2005 di Folco Quilici e Luca Tamagnini su Ventotene (Photoatlante Editore), che mostra chiaramente come la zona dove sono morte le due ragazze fosse all'epoca interdetta all'accesso. Quelle transenne e quei cartelli, poi spariti, avrebbero potuto evitare la tragedia?
venerdì 07 maggio 2010 Campagna di prevenzione per Ventotene
Grotte murate a Cala Rossano Ventotene: Dopo la tragedia accaduta il 20 aprile sulla spiaggia di Cala Rossano tutto tace.Speriamo che le indagini facciano emergere le responsabilità e che questa tragedia sia comunque l'inizio di un pensiero preventivo.E' noto ormai l'abusivismo e il consumo del territorio nonostante che Ventotene sia Area Naturale Marina Protetta. Nessun controllo sulle irregolarità ,sul rispetto dei vincoli legislativi. Un'isola immune alla legalità.Le immagini della base nautica del Circolo velico sono emblematiche :sono state chiuse le grotte naturali per adibirle a deposito per le attrezzature della base nautica.E'una concessione ufficiale dopo attenta perizia,o un abusivismo?Soprattutto dopo il crollo del costone a pochi metri si è sicuri che quelle ex- grotte, stessa roccia, siano sicure per gli allievi della scuola? Considerando che il Circolo Velico Ventotene, Scuola di Vela autorizzata F.I.V., è da molti anni fra i primi circoli velici in Italia per numero di allievi juniores e cadetti ci si augura che lo sia anche per sicurezza.E'arrivato il momento di segnalare per prevenire.
MA 1 EURO PER UN CARTELLO DI PERICOLO NON LO HANNO SPESO !!!!!! Oggi alle 18.32 Home » News » Latina » Ventotene » Ventotene: cara ci costa Archivio News Invia una newsVentotene: cara ci costa
giovedì 03 giugno 2010 Ventotene: cara ci costa
Ventotene: Da tempo e da più parti si dice che nelle casse del Comune di Ventotene sono entrati tanti soldi. Ma potrebbero essere solo voci "maligne" senza prove. Allora non ci resta ad esempio che leggere quanto pubblicizzato dallo stesso Comune nel PIV (Piano integrato Ventotene) o quanto deliberato in vari Provvedimenti della Comunità Europea, del Ministero dell'Ambiente, della Regione Lazio.
Prendiamo carta e penna e facciamo la somma dei finanziamenti che a vario titolo sono stati stanziati.
*Lavori per un primo ed urgente intervento di salvaguardia del complesso storico ex-carcere di epoca borbonica dell'isola di Santo Stefano 500.000,00 euro. Intervento nel 2001 Assessorato lavori pubblici -Regione Lazio
*Parco ed itinerari archeologici per la fruibilità museale dell'isola di Ventotene 8.961.000.0 00 di lire diciamo quasi 5.000.000,00 euro. Ministero Beni Culturali
*Sala polivalente bioclimatica 1.600.000,00 euro Ministero Ambiente Reg. Lazio
*Bonifica ex-inceneritore di rifiuti solidi urbani 400.000,00 euro Regione Lazio
*Bonifica e rinaturalizzazione ex-discarica località canalone 700.00,00 euro Regione Lazio
*Bando mobilità sostenibile 50.000,00 euro Ministero Ambiente
*Interventi per la diffusione di motori fuori bordo a basso impatto ambientale 154.000,00 euro Ministero Ambiente
*Interventi di restauro ambientale nei sistemi costieri in erosione (spiaggia di parata grande) 155.000,00 euro Ministero Ambiente
*Sostenibilità ambientale nelle isole minori. Risparmio energetico e fonti rinnovabili 1.766.800,00 euro Ministreo Ambiente
Si arriva ad un totale di quasi 14 milioni di euro nel giro di quasi dieci anni.
Un'isola fortunata per chi amministra, sfortunata per chi innocentemente muore.
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sabato 29 maggio 2010 Cala Rossano era pericolosa: gli amministratori comunali hanno ignorato l'allarme rosso Ecco i colpevoli della morte di Sara e Francesca
Ventotene: La spiaggia dove morirono le due ragazze in gita scolastica bocciata già nel 2009 da Legambiente e Protezione civile. Il dossier: alto rischio idrogeologico, ma nessuno si preoccupò dei lavori.
Sara Panuccio e Francesca Colonnello, non dovevano accedere a Cala Rossano, dove sono morte sotto il crollo del costone di tufo il 20 aprile. L'area era a rischio ma nessun cartello di avviso fu apposto. E nessuna opera fu avviata. E centinaia di scolaresche in gita scolastica hanno continuato a frequentare l'unico tratto di spiaggia aperto a Ventotene. Non c'è solo la Procura di Latina ad accusare in particolare tre indagati su 10: il sindaco, l'ex sindaco e il dirigente dell'Ufficio tecnico. Emergono significative omissioni anche dal monitoraggio ambientale della Protezione Civile «per mitigare il rischio idrogeologico» eseguito con Legambiente che ha reso pubblici i risultati l'anno scorso. Il documento boccia Ventotene assegnandole il punteggio di 1,5 ben sotto la sufficienza, rappresentata dal 6. Ventotene finisce al quartultimo posto della classifica, seguita solo da Concerviano, Villa Santa Lucia e Vejano. Anche per colpa dell'abusivismo. Abusive sarebbero i 2/3 delle 1.500 case costruite su una zolla di 1 km e mezzo quadrato, con molte ville elevate sopra gli antichi vasconi romani di raccolta acqua. E ora l'acqua batte su cemento e asfalto finendo sui costoni di tufo, che crollano al suolo I campanelli d'allarme. Già nel 2004 ci fu un distacco nella medesima zona di Cala Rossano. In tre avvisi di garanzia su 10 si legge: «Nel gennaio 2007 omessa segnalazione del pericolo esistente nella zona che richiedeva consolidamento e riqualificazione della parete tufacea mediante iniezione cementizie e sistemi di protezione contro fenomeni di distacchi roccioso». Inascoltati gli allarmi delle autorità preposte. «...omessa segnalazione di pericolo di distacco parete rocciosa in zone immediatamente limitrofe nel novembre del 2009 a seguito di segnalazione dell'Ufficio locale marittimo di Ventotene». In pratica, non si sarebbero dati ascolto. Di più. «In particolare i predetti indagati non davano riscontro all'invito per partecipare alla conferenza programmatica predisposta dall'autorità dei Bacini regionali del Lazio con note del 14.01.2005; 08.03.2005 e 26.10.2005 per il P.A.I. (Piano per l'assetto idrogeologico ndr). Con note del 16.07.2008; 02.02.2009 per il Pai 2009. La loro mancata partecipazione ovvero omessa trasmissione di dati relativi alla spiaggia di Cala Rossano non consentivano ai membri dell'Autorità dei Bacini regionali del Lazio di avere una completa conoscenza dello stato dei luoghi con conseguente omissione di indicazione della zona quale area pericolo ovvero di attenzione geomorfologia». Grazia maria Coletti - 29/05/2010
sabato 29 maggio 2010 Cala Rossano era pericolosa:
gli amministratori comunali hanno ignorato l'allarme rosso Ecco i colpevoli della morte di Sara e Francesca
Ventotene: La spiaggia dove morirono le due ragazze in gita scolastica bocciata già nel 2009 da Legambiente e Protezione civile. Il dossier: alto rischio idrogeologico, ma nessuno si preoccupò dei lavori.
Sara Panuccio e Francesca Colonnello, non dovevano accedere a Cala Rossano, dove sono morte sotto il crollo del costone di tufo il 20 aprile. L'area era a rischio ma nessun cartello di avviso fu apposto. E nessuna opera fu avviata. E centinaia di scolaresche in gita scolastica hanno continuato a frequentare l'unico tratto di spiaggia aperto a Ventotene. Non c'è solo la Procura di Latina ad accusare in particolare tre indagati su 10: il sindaco, l'ex sindaco e il dirigente dell'Ufficio tecnico. Emergono significative omissioni anche dal monitoraggio ambientale della Protezione Civile «per mitigare il rischio idrogeologico» eseguito con Legambiente che ha reso pubblici i risultati l'anno scorso. Il documento boccia Ventotene assegnandole il punteggio di 1,5 ben sotto la sufficienza, rappresentata dal 6. Ventotene finisce al quartultimo posto della classifica, seguita solo da Concerviano, Villa Santa Lucia e Vejano. Anche per colpa dell'abusivismo. Abusive sarebbero i 2/3 delle 1.500 case costruite su una zolla di 1 km e mezzo quadrato, con molte ville elevate sopra gli antichi vasconi romani di raccolta acqua. E ora l'acqua batte su cemento e asfalto finendo sui costoni di tufo, che crollano al suolo I campanelli d'allarme. Già nel 2004 ci fu un distacco nella medesima zona di Cala Rossano. In tre avvisi di garanzia su 10 si legge: «Nel gennaio 2007 omessa segnalazione del pericolo esistente nella zona che richiedeva consolidamento e riqualificazione della parete tufacea mediante iniezione cementizie e sistemi di protezione contro fenomeni di distacchi roccioso». Inascoltati gli allarmi delle autorità preposte. «...omessa segnalazione di pericolo di distacco parete rocciosa in zone immediatamente limitrofe nel novembre del 2009 a seguito di segnalazione dell'Ufficio locale marittimo di Ventotene». In pratica, non si sarebbero dati ascolto. Di più. «In particolare i predetti indagati non davano riscontro all'invito per partecipare alla conferenza programmatica predisposta dall'autorità dei Bacini regionali del Lazio con note del 14.01.2005; 08.03.2005 e 26.10.2005 per il P.A.I. (Piano per l'assetto idrogeologico ndr). Con note del 16.07.2008; 02.02.2009 per il Pai 2009. La loro mancata partecipazione ovvero omessa trasmissione di dati relativi alla spiaggia di Cala Rossano non consentivano ai membri dell'Autorità dei Bacini regionali del Lazio di avere una completa conoscenza dello stato dei luoghi con conseguente omissione di indicazione della zona quale area pericolo ovvero di attenzione geomorfologia». Grazia maria Coletti - 29/05/2010 -------------------------- VENTOTENE: LA GUARDIA COSTIERA E I SUOI NON RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONECondividi venerdì 28 maggio 2010 alle ore 22.12 PONZANOTIZIE25/11/2009 Ventotene: perchè la Guardia Costiera ha dovuto abbandonare l'isola? Archiviato in: News — ponzanotizie @ 22:17 Tags: AL, Ambiente, carabinieri, ces, dell, lega, Stati, territorio, uomini
Ventotene: Nel leggere gli articoli di ieri e di oggi sul quotidiano Latina Oggi, in cui il sindaco di Ventotene si rammarica per l’abbandono dell’isola da parte della Guardia Costiera c’è da restare a bocca aperta! Non è infatti un segreto per nessuno sull’isola la forte e antica avversione del sindaco Assenso per quegli uomini dello Stato che hanno, pur con pochissimi mezzi e alterni successi, cercato per anni di porre un argine al mare di infrazioni e azioni illegali che regolarmente vengono commessi nell’area protetta, soprattutto d’estate. Inoltre non si capisce perché sia necessario un passaggio di consegne, tra l’altro ancora non ufficializzato, tra i due corpi. Il sindaco infatti si guarda bene dal dire che sono anni che la Guardia Costiera chiede sull’isola un ufficio degno di questo nome, visto che finora ha abitato due stanze all’ultimo piano del Comune, richiesta sempre fortemente osteggiata, tanto che alla fine il comando di Gaeta ha deciso per l’abbandono. Negli articoli apparsi sul giornale sembrerebbe che al sindaco stia molto a cuore la sorte dell’Area Marina Protetta, ed è comprensibile visto che fino ad oggi ha permesso al comune di incassare 5 milioni di euro di soldi pubblici, che però certo non sono stati spesi per l’ambiente. Come fa il sindaco allora a giustificare le sue apprensioni, dopo che ha cacciato lo scorso anno l’unico direttore dell’ente parco che tentava di fare onestamente il suo lavoro. E come giustifica che ancora oggi non risulta approvato nessun regolamento, nessun piano di gestione dell’area protetta e neppure uno straccio di piano antincendio? Ma in fondo non tutto va male su Ventotene; lo scempio edilizio e l’abusivismo selvaggio vanno infatti a gonfie vele, per ora appena arginati soltanto dalla locale stazione dei Carabinieri, fino a ché anche loro non ce la faranno più, e finalmente l’isola potrà essere dichiarata ufficialmente “territorio al di fuori di ogni legalità”.
postato da: Laury
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chi e' pinocchio? CHI E' PINOCCHIO ????? Ieri alle 19.38 domenica 30 maggio 2010 Ventotene: parole, fatti e dignità In una lettera al Messaggero la storia del sindaco che rischia di affondare l'isola!
: Ventotene: parole, fatti e dignità Gentile Direttore, sulla recente tragedia di Ventotene, dove sono morte due bambine per il crollo di una roccia, ho letto e sentito in TV le parole dell'appena rieletto sindaco dell'isola, Geppino Assenso, che parla di "tragica fatalità, stupore perché nell'area non c'erano mai stati crolli, fondi richiesti per la sicurezza che non sono mai arrivati, presunte colpe di altri amministratori, coscienza a posto per aver fatto tutto il possibile".
Poi ho letto che lo stesso sindaco veniva, insieme ad altri, indagato dai giudici per omicidio colposo per: "omessa segnalazione di un pericolo ben noto, non partecipazione ai tavoli tecnici regionali sul pericolo frane, omissione di indicazione della zona quale area pericolosa, ecc".
Ho anche appreso che Ventotene, pur essendo un parco naturale, ha un tasso di abusivismo edilizio spaventoso (due case su tre), che il Comune ha ricevuto milioni e milioni di euro per la tutela del territorio, che in pochi anni il cemento ha ricoperto gran parte dell'isola, e che anche per questo l'intera economia isolana, basata sul turismo, è oggi in ginocchio.
E allora mi chiedo: che cosa aspettano questo sindaco e la sua giunta a dare le dimissioni? Ritengo sia il solo modo per recuperare un briciolo di dignità umana, ammesso che gliene sia rimasta.
Ieri alle 21.57 ParvapoliS 21 Maggio 2009 Rita Bittarelli
Dieci domande al sindaco di Ventotene Un comitato di cittadini dell'isola prendono spunto dall'iniziativa di Repubblica col premier
Egregio Direttore, attraverso il Suo giornale che molto spesso ha dato prova di grande sensibilità verso le problematiche isolane e sulla scorta di una recente iniziativa portata avanti da un grande quotidiano nazionale, desideriamo rivolgere pubblicamente al Sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso dieci domande per capire meglio quali sono state le linee guida che hanno caratterizzato la sua giunta nell’amministrazione dell’isola, a fronte di una massiccia campagna mediatica di denuncia sul suo operato.
Signor sindaco, praticamente ogni settimana i Carabinieri effettuano procedimenti di sequestro per abusivismo edilizio sull’isola. Che cosa fa la Sua giunta e il Suo ufficio tecnico per contrastare una simile piaga?
Signor sindaco, Lei è anche il presidente dell’ente gestore della Riserva Naturale e Area Marina Protetta di Ventotene e S. Stefano. Come sono stati spesi i cinque milioni di euro che il Comune ha ricevuto dal Ministero dell’Ambiente e perché, ad oltre dieci anni dalla sua istituzione, non esiste ancora nessun regolamento e/o piano di gestione dell’area protetta?
Signor sindaco, l’isola di Ventotene è costantemente soggetta a dissesti di natura idrogeologica che ogni anno La costringono a massicci e costosi interventi di restauro. Esiste un progetto complessivo di pianificazione preventiva per cercare di mitigare tali disastri (es. piano delle acque reflue, piani di staticità del territorio, ecc.)? Signor sindaco, quasi sempre gli interventi edilizi di natura pubblica appaltati dalla Sua giunta vedono coinvolti direttamente, a vario titolo, esponenti stessi della giunta, suoi parenti prossimi e le medesime ditte da anni. Con quali criteri vengono appaltati tali lavori?
Signor sindaco, la comunità giovanile dell’isola è fortemente pervasa da droga e alcolismo. Quali sono state le Sue politiche sociali per cercare di arginare un simile disagio, e quali risultati hanno ottenuto?
Signor sindaco, Lei ha più volte annunciato in questi anni l’inizio di una campagna di raccolta dei rifiuti porta a porta. Perché tale iniziativa a tutt’oggi non è ancora decollata?
Signor sindaco, ad oltre due anni dall’inizio del cantiere e dopo oltre due milioni di euro spesi perché l’impianto di depurazione fognaria di Ventotene non è ancora in funzione? Signor sindaco, quali sono state le Sue politiche a medio e lungo termine di incentivazione economica del territorio, e quali provvedimenti ha adottato per favorire diffusamente un turismo di tipo sostenibile sull’isola (es. creazione di cooperative giovanili di servizi, incentivazione all’educazione ambientale, carta dei servizi, valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico, ordinanze di divieto di accesso con le auto private, politiche di trasporto pubblico, incentivi all’agricoltura tradizionale, ecc.)?
Signor sindaco, a fronte dei continui disservizi nei collegamenti via nave con la terraferma, qual è il suo piano trasporti, e come lo difende nei tavoli istituzionali preposti? Signor sindaco lo scorso anno ben cinque incendi hanno devastato il Suo territorio distruggendo quel poco di macchia mediterranea ancora presente su Ventotene e S. Stefano: perché non esiste ancora un serio piano antincendio? In attesa di una risposta, altrettanto pubblica, porgiamo distinti saluti. Tags: Latina Politica
ParvapoliS 1997 - 2007 Tutti i diritti sono riservati info@parvapolis.itIl TerritorioSviluppo a cura di Panservice.it
QUANTI SOLDI VERI E QUANTE OPERE FANTASMA: ECOLOGIA E VENTOTENE Oggi alle 21.18 di Chiara Tonelli14 Settembre 2009
Meno di tre ore, una di treno e una di aliscafo, separano Roma da Ventotene, un’isola in cui il tempo per molti aspetti sembra essersi fermato e dove si può quindi ancora assaporare il piacere di un’autentica vacanza di mare, non ancora contaminata dall’alta frequenza turistica né dai lussi delle vicine isole flegree e dell’isola di Ponza.
Un’isola in cui sono ancora saldamente radicate le antiche tradizioni, come la festa della patrona Santa Candida, il 20 settembre, in cui vengono realizzate artigianalmente dagli abitanti enormi mongolfiere di carta che sono lanciate in aria accompagnate da espressioni dialettali, canti e balli della folla.
Un’isola, come il nome stesso suggerisce, che ben si presta alla vela;un’isola paradiso degli sport del mare, la cui acqua, grazie alla realizzazione dell’Area Naturale Marina Protetta nel 1999, non solo è pulita, ma anche piena di vita. Eden infatti indiscusso per le immersioni subacquee.
Un luogo di scienza: dal Museo Ornitologico, primo in Europa, che registra le specie migranti che vi passano, ai censimenti subacquei di fauna e flora, alla Riserva Naturale dello Stato istituita nel 1997.
Un luogo di storia: dagli imperatori romani, che vi realizzarono una splendida villa, un porto tuttora in funzione, un sistema di allevamento del pesce e produzione del sale visitabili a nuoto; ai Borboni, che costruirono la “mezza”torre dell’edificio del Municipio, dov’è anche ospitato il Museo archeologico, e il carcere di massima sicurezza dell’antistante isola di Santo Stefano, bellissimo esempio di architettura carceraria realizzato sul principio dell’architettura teatrale.
E ancora un’isola che è stata confino politico, dai Borboni al fascismo e che quindi ha derivato da un periodico contatto con le idee contrarie all’autorità di governo una particolare inclinazione al nuovo e alla sperimentazione.
E perciò un’isola attiva culturalmente, in cui ogni estate vengono proposte rassegne musicali, cinematografiche e letterarie alla presenza di intellettuali e personaggi dello spettacolo.
Ma anche un’isola che, grazie agli stessi retaggi, punta oggi a diventare “a emissioni zero”.
E qui vengono le dolenti note.
Ventotene ha una superficie di poco più di 1 kilometro quadrato. Quindi piccola estensione. Quindi minore complessità. Quindi corretta località dove sperimentare le tecnologie a basso impatto ambientale. Quindi possibile fiore all’occhiello per la Regione Lazio e per l’Italia intera.
Un’isola, quindi, in cui dovrebbe essere più semplice, rispetto alle grandi città, realizzare una mobilità sostenibile, privilegiando gli spostamenti pedonali, imponendo la chiusura al traffico privato attraverso l’istituzione di un servizio di navette e vincolando il trasporto delle merci all’uso di mezzi di locomozione elettrici.
Un’isola, poi, in cui dovrebbe essere facile produrre energia elettrica “pulita” grazie al sole e al vento che certo non mancano. Energia utile a far funzionare i mezzi di trasporto. Energia utile a far funzionare un desalinizzatore, che unitamente a sistemi di raccolta dell’acqua piovana e al recupero delle acque reflue, potrebbe fornire agli abitanti acqua per usi domestici ed agricoli. Energia utile ad illuminare, anche artisticamente, le aree di pregio del nucleo abitato e dei resti archeologici.
Un’isola, infine, in cui non servono adeguamenti sugli edifici esistenti poiché, essendo in gran parte costruzioni tradizionali mediterranee, sono già concepiti per essere freschi in estate e caldi in inverno e già dotati di tetti piani per la raccolta dell’acqua piovana.
E invece.
Un’isola in cui l’energia elettrica è fornita da un generatore alimentato da carburanti fossili.
Un’isola in cui l’acqua viene portata da una nave cisterna proveniente da Napoli (chissà poi perché) con un costo per la Regione Lazio di 11,5 milioni di euro l’anno, quantità che viene però consumata in soli 6 mesi (a causa anche di un turismo poco accorto).
Un’isola in cui sono arrivati alcuni mezzi di trasporto elettrico (5, 6 o 7? Altro mistero) la cui alimentazione non avviene, come dal programma dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio di “Ventotene Isola ad emissioni zero”, attraverso delle tettoie fotovoltaiche, bensì ovviamente attraverso il generatore di cui sopra! Pulmini che si sono solo aggiunti all’andirivieni automobilistico della stagione estiva, senza limitarlo in alcun modo.
Un’isola in cui è in corso di realizzazione un edificio polifunzionale, che potrebbe vantaggiosamente ospitare eventi anche nella stagione invernale, ma che non tiene conto di un precedente progetto sviluppato dall’Università La Sapienza di Roma, in cui si era prevista una sala dotata di copertura fotovoltaica.
Un’isola in cui il traffico veicolare da e per il traghetto si muove su una strada inadeguata per dimensioni lungo l’antico porto romano, provocando un notevole degrado ai resti archeologici.
Un’isola in cui alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d’asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno.
Un’isola in cui per i rifiuti è in corso di realizzazione una struttura di raccolta sulla banchina di attracco del traghetto, quasi a costituire un benvenuto ai turisti, e dove la raccolta differenziata produce solo il 9%, consentendo al Comune di perdere i premi e gli incentivi connessi a raccolte con performance del 95%. Prestazioni non molto difficili da ottenere se si considera che per 9 mesi l’anno sull’isola risiedono stabilmente soltanto 200 persone circa.
Un’isola in cui, in assenza di un Piano Regolatore, dilaga l’abusivismo edilizio: secondo fonti locali 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati.
Un’isola in cui si prevede, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, di ricorrere esclusivamente al fotovoltaico, tecnologia che, se davvero venisse posizionata oltre che sul tetto del Municipio anche sui tetti delle case del paese, avrebbe un devastante impatto visivo. Gli edifici infatti sono principalmente ad un piano e difficilmente i pannelli, con il loro forte effetto specchiante, passerebbero inosservati.
Nella seduta del 22 dicembre 2005 della Cabina di Regia, istituita con L.R. n.1/2001, è stata data la disponibilità ad utilizzare un milione di euro per l’attuazione dell’Azione I.1.5. “Produzione energetica da fonti rinnovabili; fotovoltaico e solare termico” ed in particolare per il progetto innovativo trasferibile: “Ventotene isola ad emissioni zero”. La Giunta Regionale del Lazio il 14 febbraio 2006 ha approvato il progetto con la deliberazione n. 70. Come mai, dopo quasi 4 anni, ancora non c’è niente di sostenibilmente valido?
Il programma “Ventotene Isola ad Emissioni Zero”, presentato a Montreal nel 2005, auspicava in particolare la realizzazione di interventi sostenibili che fossero basati su un “grande pregio architettonico” per “costituire un esempio di coniugazione fra architettura e ambiente”. Viene da chiedersi come la giustapposizione acritica di pannelli solari sulle coperture degli edifici possa venir considerata una esemplare soluzione architettonica, fosse anche solo per il tetto del Municipio. Viene anche da chiedersi cosa è stato fatto dei progetti studiati dal “Gruppo di creatività” istituito ai sensi del progetto regionale e composto da alcuni dipartimenti universitari de “La Sapienza” e di “Tor Vergata”. E viene infine da chiedersi dove siano ad oggi o come siano stati spesi i non esigui finanziamenti pubblici già stanziati (fino al 2008 quasi 12 milioni di euro).
Ventotene potrebbe divenire un’isola attrattiva di un nuovo tipo di turismo, che apprezza la tradizione, la cultura e soprattutto la natura e il suo rispetto. Ma per far questo sono necessari specifici incentivi per ripristinare le attività tradizionali locali, riattrarre la residenzialità e favorire una ripresa della produzione agricola, vinicola in particolare, ormai quasi del tutto abbandonata.
La strada fin qui intrapresa non sembra però andare in questa direzione, a scapito non solo del mancato ritorno economico, ma anche della possibile reale durata nel tempo di questo luogo incantato. Perché se non si pensa con urgenza a realizzare nuove e diverse condizioni di vivibilità per i residenti, Ventotene potrà soltanto trasformarsi in un “atollo” inquinato, in cui gli interessi particolari di pochi rovineranno la straordinaria bellezza grazie alla quale l’isola è stata recentemente inserita nel Patrimonio europeo, marchio simile per propositi a quello dell’Unesco, cui afferiscono, per esempio, piazza del Campidoglio, l’abbazia di Cluny, il Partenone.
Queste riflessioni costituiscono un invito alla giunta comunale per attivarsi nel rendere concreti i programmi approvati e farci trovare per la stagione estiva 2010 una Ventotene più ecologica e più verde.
VENTOTENE: LA GUARDIA COSTIERA E I SUOI NON RAPPORTI CON L'AMMINISTRAZIONECondividi Ieri alle 22.12 PONZANOTIZIE25/11/2009 Ventotene: perchè la Guardia Costiera ha dovuto abbandonare l'isola? Archiviato in: News — ponzanotizie @ 22:17 Tags: AL, Ambiente, carabinieri, ces, dell, lega, Stati, territorio, uomini
Ventotene: Nel leggere gli articoli di ieri e di oggi sul quotidiano Latina Oggi, in cui il sindaco di Ventotene si rammarica per l’abbandono dell’isola da parte della Guardia Costiera c’è da restare a bocca aperta! Non è infatti un segreto per nessuno sull’isola la forte e antica avversione del sindaco Assenso per quegli uomini dello Stato che hanno, pur con pochissimi mezzi e alterni successi, cercato per anni di porre un argine al mare di infrazioni e azioni illegali che regolarmente vengono commessi nell’area protetta, soprattutto d’estate. Inoltre non si capisce perché sia necessario un passaggio di consegne, tra l’altro ancora non ufficializzato, tra i due corpi. Il sindaco infatti si guarda bene dal dire che sono anni che la Guardia Costiera chiede sull’isola un ufficio degno di questo nome, visto che finora ha abitato due stanze all’ultimo piano del Comune, richiesta sempre fortemente osteggiata, tanto che alla fine il comando di Gaeta ha deciso per l’abbandono. Negli articoli apparsi sul giornale sembrerebbe che al sindaco stia molto a cuore la sorte dell’Area Marina Protetta, ed è comprensibile visto che fino ad oggi ha permesso al comune di incassare 5 milioni di euro di soldi pubblici, che però certo non sono stati spesi per l’ambiente. Come fa il sindaco allora a giustificare le sue apprensioni, dopo che ha cacciato lo scorso anno l’unico direttore dell’ente parco che tentava di fare onestamente il suo lavoro. E come giustifica che ancora oggi non risulta approvato nessun regolamento, nessun piano di gestione dell’area protetta e neppure uno straccio di piano antincendio? Ma in fondo non tutto va male su Ventotene; lo scempio edilizio e l’abusivismo selvaggio vanno infatti a gonfie vele, per ora appena arginati soltanto dalla locale stazione dei Carabinieri, fino a ché anche loro non ce la faranno più, e finalmente l’isola potrà essere dichiarata ufficialmente “territorio al di fuori di ogni legalità”.
Tra gli indagati, ci sarebbe anche il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, il dirigente comunale dell'isola e l'ex sindaco Vito Biondo. Le accuse, le più gravi, sono di concorso in duplice omicidio colposo e lesioni gravi.
SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 27 / 04 / 2010 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 21 aprile 2010, nell'isola di Ventotene, due ragazzine, F.C. (13 anni) e S.P. (14), di una scuola media romana sono morte a causa della frana di una parete di tufo crollata improvvisamente sulla spiaggia di Cala Rossano;
il problema del dissesto idrogeologico a Ventotene è stato affrontato legandolo ad eventi atmosferici come dimostrano le ordinanze adottate dal sindaco nel 2008 che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale;
tuttavia mancherebbe un piano regolatore, in assenza del quale dilaga l'abusivismo edilizio: secondo fonti locali vi sarebbero 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati;
risulta in corso di realizzazione, in prossimità del terreno franato, un edificio polifunzionale, la cui struttura edilizia, dovrebbe comprendere aule, uffici di segreteria, biblioteca, sala mensa e annessi locali cucina, buvette, foresteria;
il 24 marzo 2009 il sindaco di Ventotene aveva emanato un'ordinanza in cui chiedeva la chiusura parziale, mediante opportuno transennamento del muro stradale, di via Cala Rossano (ad una distanza di qualche centinaia di metri dal luogo della tragedia) per una lunghezza di 41 metri e il monitoraggio delle lesioni presenti sul muro per verificare eventuali smottamenti e l'immediata interdizione al traffico dei veicoli;
il 5 dicembre 2008, la regione Lazio, a seguito di sopralluoghi per danni da eventi atmosferici, nella relazione finale al comune di Ventotene e agli organi regionali competenti per l'impegno di spesa oltre a prendere atto della precaria situazione d'emergenza, nelle conclusioni sottolineava la necessità di uno studio geologico come base per poter valutare gli interventi possibili per ripristinare le aree interessate dalla calamità;
Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'università di Napoli Federico II ha dichiarato che il costone tufaceo che delimita a sud la spiaggia di Cala Rossano a Ventotene che è stato interessato da un crollo di massi che ha causato due giovani vittime, anche se non era stato classificato a pericolo di frana, di fatto era instabile ed avrebbe dovuto essere classificato come tale; «le spiagge sottostanti al costone - ha scritto il geologo in uno studio, fornito anche di una ricca documentazione fotografica - avrebbero quindi dovuto essere interdette ai cittadini. La mancata corretta perimetrazione dei tratti di costone instabili e la mancata interdizione delle sottostanti spiagge ai cittadini ha infatti determinato la presenza dei giovani studenti alla base delle scarpate»; alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d'asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno; nei lavori di ristrutturazione delle strade dell'isola emergono gravi problematiche, come accaduto per i lavori di via Luigi Jacono, una delle tre grandi arterie di Ventotene, il 18 settembre 2009, nel corso dei quali si è aperta una voragine di due metri con una fenditura che ha interessato anche alcune abitazioni con gli abitanti che lamentano che nel rifacimento siano stati collocati centinaia di pilastri «a 20 metri di profondità»;
le risorse che risultano essere state destinate alla messa in sicurezza del comune di Ventotene riguardano quelle del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per un finanziamento pari a 1,79 milioni di euro per gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza della parete rocciosa del solo porto romano -: se sia vero che le sole risorse destinate alla messa in sicurezza di Ventotene riguardano 1,79 milioni di euro per il solo porto romano; se si sia provveduto a far realizzare lo studio geologico sull'isola come chiesto dalla Regione nel 2008; per quali motivi si sia realizzato un edificio polifunzionale in un'isola che è «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni e sulla base di quali autorizzazioni;
se per la realizzazione del centro polifunzionale siano state rispettate tutte le norme e quale sia stato il livello di coinvolgimento di dirigenti della riserva naturale marina e del parco terrestre dell'isola di Ventotene, considerato che l'isola di Ventotene è tutelata ai sensi del decreto ministeriale 11 maggio 1999 quale «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni;
per quali ragioni si continuino a realizzare opere che comportano colate di cemento in un territorio così pregevole e delicato;
quale esito abbia avuto il monitoraggio delle lesioni presenti lungo via Cala Rossano, per il quale ne era stato disposta la chiusura e l'interdizione al traffico dei veicoli;
se e quali provvedimenti il Governo intenda adottare al fine di realizzare un piano straordinario di interventi strutturali per la messa in sicurezza dell'isola di Ventotene con lo scopo di scongiurare seri pericoli per l'incolumità degli abitanti e preservare il patrimonio naturalistico ed ambientale che risulta essere l'essenza vitale dell'isola.
Le vittime avevano 13 e 14 anni e aspettavano sulla spiaggia il loro turno per salire in barca La parete tufacea era stata messa in sicurezza un anno fa. L'area sotto sequestro del giudice
di CARLO CIAVONI e CARLO PICOZZA
LATINA - Due ragazze di 13 e 14 anni, Francesca Colonnello e Sara Panuccio, sono morte a Ventotene a causa del crollo di un costone venuto giù all'improvviso da una parete di tufo sulla spiaggia di Cala Rossano. Erano assieme ad altri coetanei che partecipavano ad un campo scuola di educazione ambientale, che prevedeva anche un breve corso di vela. Tutti frequentano due classi - la III A e la III E - della scuola media statale "Anna Magnani" di di via del Fontanile Anagnino a Morena, una borgata alla periferia di Roma. Una delle due ragazze è morta sul colpo, l'altra è stata rianimata sul posto ma non ce l'ha fatta. Altri due studenti - un ragazzo e una ragazza - sono rimasti feriti e trasportate in elicottero al pronto soccorso di Latina. La ragazza ha subito una grave lesione al bacino, ma senza complicazioni agli organi interni, ed ha subìto un delicato intervento chirurgico. Ha anche subìto la frattura alla tibia al pèrone sinistro. Il primo a soccorrerla e a stabilizzare la frattura è stato il sindaco di Ventotene, Geppino Assenso, che è ortopedico. Altri feriti, ma in modo lieve, sono stati invece medicati nel poliambulatorio di Ventotene. Il gruppo, accompagnato da quattro insegnanti, era arrivato a Ventotene ieri e sarebbe tornato a Roma domenica prossima.
Le grida del padre di Sara. "Mia figlia è morta in una maniera assurda", ha detto piangendo Bruno Panuccio, padre di Sara. Sono andato a vedere il posto dove è morta assieme a Francesca, ho toccato il pezzo di montagnola che ancora è attaccata ed è molto friabile, l'ho tirata giù con le mani io. So che sono venuti geologi a controllare e hanno detto che il luogo è sicuro.... Ma li è friabile, l'ho visto con i miei occhi, l'ho toccato con mano. Ha anche piovuto e ripiovuto, dunque che lì quella roba sarebbe venuta giù, doveva essere considerata una cosa certa, era solo una questione di tempo. Non so chi doveva decidere - ha concluso il padre della ragazza - ma come fanno a decidere che qui è sicuro? E' friabile, è friabile...".
Le salme trasferite a Roma. Le salme delle due vittime, seguite dai loro familiari, hanno lasciato l'isola di Ventotene con una motovedetta della Guardia di Finanza. Intanto, urla disperate, lacrime e silenzi cupi, avevano segnato la mattinata nella scuola media "Anna Magnani" di Morena. "No Sara, no", si era sentito ripetere dai parenti della ragazza, prima che partissero per Ventotene. I genitori di Francesca erano invece abbracciati in silenzio, a poca distanza. Il papà di Sara poi era rimasto muto, seduto su un muretto del cortile della scuola, in disparte, a fumare una sigaretta dopo l'altra, fissando nel vuoto, mentre dalla scuola uscivano grida strazianti. Nei pressi, per alcune ore, era rimasta un'ambulanza con i medici del 118, che hanno dovuto soccorrere persone colte da malore.
Il racconto di un superstite. "Non ci siamo accorti di niente, solo un grande fragore e poi la roccia ci è piombata addosso. Ma dove sono gli altri, come stanno...." ripete in continuazione Riccardo Serenella, 14 anni, che se l'è cavata con una distorsione alla caviglia. Al pronto soccorso di Latina racconta la sua esperienza: si trovava assieme agli altri sulla spiaggia di Cala Rossano, in attesa del suo turno per salire sulle barche a vela a bordo delle quali tutti stavano facendo addestramento, nell'ambito della "Settimana azzurra", un circolo velico che organizza corsi a Ventotene. L'altra ragazza ferita è Atena Raco, 14 anni ferita al bacino, ma senza compromissione gli organi interni, che si trova ancora in sala operatoria. La presidente della Regione, Polverini, ha dichiarato lo stato di calamità.
"Ho tentato di rianimarla, ma..." "Proprio questa mattina - ha detto il sindaco Assenso - gli addetti alla manutenzione delle spiagge erano stati a Cala Rossano e non hanno segnalato nulla di anormale". Al momento del crollo, il primo cittadino si trovava in compagnia del direttore della centrale operativa ares 118 di Latina, Paolo Viola, con cui stava discutendo il piano estivo di protezione sanitaria dell'isola. "Eravamo in riunione con il sindaco - ha detto Viola - quando ci è arrivata la notizia. siamo andati subito sul posto ed abbiamo iniziato a scavare per recuperare i corpi dei ragazzi. Ho personalmente intubato e tentato di rianimare, con la collaborazione del personale dell'ambulanza e dell'elicottero, la seconda ragazza. Ma purtroppo non ce l'ha fatta". I ragazzi, che sarebbero dovuti tornare domenica sera, sono già rientrati a Roma, passando per Formia, dove c'erano ad aspettarli i rispettivi familiari.
La disperazione di una mamma. "Ditemi che non è lei, non può essere". Così la madre di una delle due ragazzine morte stamani a Ventotene nel crollo di una parete rocciosa ha gridato il suo dolore quando ha saputo della tragedia. La donna si era recata a scuola per avere notizie. Urlando ha sbattuto i pugni sulla porta di vetro ferendosi.
Quel maledetto costone. La parte del costone di tufo crollato è costituita da 3-4 metri cubi di materiale, precipitato da un'altezza di circa 4-5 metri. "Ho visto due enormi massi di tufo staccarsi all'improvviso dalla parete rocciosa, ho visto quei massi travolgere le ragazze", ha detto Matteo Valle, geologo e accompagnatore della Mediterranea Viaggi che stava con gli studenti sulla spiaggia di Cala Rossano. "I massi di tufo sono caduti perpendicolarmente alla spiaggia, una spiaggia che l'amministrazione comunale considera sicura - ha aggiunto il geologo con la voce rotta dal pianto- Il crollo è avvenuto istantaneamente, niente lasciava presagire una cosa di questo tipo".
"Mio figlio terrorizzato". "Ho sentito mio figlio, piangeva disperato". Sono le parole della mamma di un compagno di classe delle due vittime. "Era terrorizzato, mi ha raccontato di aver visto i suoi compagni buttarsi in acqua ed altri allontanarsi urlando. Era l'inferno, le professoresse hanno iniziato subito a scavare per liberare le due ragazzine, ma non c'è stato nulla da fare".
Sono a scuola i compagni di Sara e Francesca. Sono ritornati a scuola dopo la gita maledetta, dopo avere visto le loro compagne morire. Si sono abbracciati con i loro genitori nella palestra della scuola, appena arrivati da Ventotene. I ragazzi sono rientrati in anticipo a bordo di un pullman della Guardia di Finanza. "Sara e Francesca non torneranno piu", ha detto piangendo una ragazzina tra le lacrime. Commossi anche gli insegnanti, che hanno riabbracciato altri docenti.
E' stata una fatalità? Secondo i Vigili del fuoco è stata una tragica fatalità. Lo hanno affermato il capodipartimento, prefetto Francesco Paolo Tronca e il capo del corpo l'ingegner Alfio Pini. I vigili del fuoco sono intervenuti con venti uomini, tre elicotteri e una motobarca. Le ragazze si trovavano assieme al resto della classe sulla spiaggia di Cala Rossano, che si trova a pochi passi dal porto dell'isola, era una zona non interdetta secondo quanto si è appreso dalla Protezione civile della Regione Lazio. Le due ragazzine - secondo una prima ricostruzione - si sarebbero appoggiate alla parete per riposarsi dopo una camminata. Sulla spiaggia resta il masso che le ha travolte e altri pezzi più piccoli di roccia accanto al lenzuolo bianco che ha coperto i corpi, ora portati via. Sull'isola è arrivato anche il prefetto di Latina, Antonio D'Acunto, mentre un elicottero del corpo forestale ha trasportato il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, il pm Vincenzo Saveriano, titolare dell'inchiesta, e il medico legale Filippo Milano. La parete di tufo, ha riferito il sindaco di Ventotene, era stata messa in sicurezza un anno fa.
Una gita ecologica. I ragazzi si trovavano a Ventotene per una settimana ambientalista. Il gruppo di ragazzi era sulla spiaggia. La parete di roccia tufacea è crollata all'improvviso sul gruppo. Per le due ragazze rimaste uccise non c'è stato niente da fare: una è morta sul colpo, sull'altro c'è stato un tentativo di rianimazione, ma non c'è stato niente da fare. Altre due tredicenni sono rimaste ferite e soccorse con l'elicottero del 118. Il resto della comitiva, insegnanti compresi, sono riusciti a non essere coinvolti dal crollo, perché - essendosi accorti della frana - sono riusciti ad allontanarsi in tempo.
Un'équipe di psicologi. Sull'isola è arrivata anche la presidente della Regione, Renata Polverini, che ha accolto - assieme al preside della scuola "Anna Magnani", Riccardo Brugner - i genitori di Sara Panuccio e Francesca Colonnello. Sul posto c'è anche una équipe di psicologi della Protezione Civile, per assistere styudenti superstiti, insegnanti e familiari delle vittime.
La veglia dei genitori alle salme delle figlie. I genitori delle due ragazzine rimaste ucciso sotto i detriti tufacei del costone stanno vegliando le salme delle loro figlie nel cimitero di Ventotene, dove sono state portate in attesa di essere trasferite a Formia con una motovedetta della Guardia di Finanza. Da lì poi faranno ritorno a Roma.
Polverini: "Voglio una relazione dettagliata". "Ho chiesto ai dirigenti regionali preposti - ha detto renata Polverini appena arrivata a Ventotene in elicottero - una relazione dettagliata sugli interventi effettuati nelle coste del Lazio con specifico riferimento alle isole. E in particolare Ventotene. La regione Lazio ha finora gestito la crisi del dissesto idrogeologico, in particolare con riferimento all'erosione delle coste delle isole e del litorale, esclusivamente con interventi estemporanei di urgenza - ha aggiunto - senza mettere in campo un vero programma di monitoraggio e di intervento complessivo per fronteggiare le situazioni di alto rischio. Non è più pensabile procedere in questo modo".
I controlli di un anno fa. Era stata messa in sicurezza un anno fa la parete rocciosa che si trova sulla spiaggia di Cala Rossano. Secondo il sindaco, Geppino Assenso, non era possibile prevedere la tragedia. La scorsa estate, in un'altra zona dell'isola, una turista romana rimase ferita da un masso crollato da uno scoglio mentre faceva il bagno.
Spiaggia mai chiusa ai bagnanti. La spiaggia dove è avvenuta la tragedia non era mai stata soggetta ad interdizioni ed era normalmente frequentata. I carabinieri - che stanno seguendo le indagini, coordinati dalla Procura di Latina - hanno effettuato rilievi fotograffici e video della zona, che è già stata sottoposta a sequestro.
..... perchè non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro.E io considero pazzi loro, perchè pensano che i miei giorni abbiano un prezzo. (Kahlil GIBRAN, 1883-1931)
Non vogghiu stari cu l'occhi chiusi Non vogghiu stari cu l'aricchi 'ntuppati Non vogghiu stari ca ucca murata. Vogghiu gridari la raggia fatta petra di lu pueta pi ghittalla contru la cuscienza muta di sta genti, ca sbatti senza abbentu, intra lu labirintu di la storia.
-- ADOZIONI -- Cassazione, no -- scelte razziste -- "Non si può decidere -- il 'colore'" La procura della Suprema corte, sollecitata dall'associazione Amici dei bambini, afferma che le coppie che chiedono l'adozione non possono dirsi indisponibili a ricevere piccoli di pelle nere o di etnia non europea. E chiede il pronunciamento delle Sezioni unite della Cassazione ROMA - Sollecitata da un esposto dell'associazione Amici dei bambini, la procura generale della Cassazione afferma che le coppie intenzionate a chiedere in adozione uno o più bambini non possono dirsi indisponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. La procura della Suprema Corte ha espresso questo orientamento innanzi alle Sezioni Unite, che dovranno prendere posizione al più presto.
Il caso nasce dal ricorso con cui l'associazione ha chiesto alla procura di illustrare la corretta interpretazione dell'articolo 30, comma 2, della legge n.184/1983. Un chiarimento alla luce dell'accoglimento da parte del tribunale dei minorenni di Catania dell'istanza di una coppia, dichiaratasi disponibile "all'accoglienza fino a due bambini, di età non superiore ai 5 anni senza distinzione di sesso e religione" ma "non disponibile ad accogliere bambini di pelle scura o diversa da quella tipica europea o in condizione di ritardo evolutivo".
Il tribunale di Catania aveva dichiarato i coniugi "idonei all'adozione" di bambini che presentino "le caratteristiche risultanti dalla motivazione". Una palese discriminazione razziale, sostiene Marco Griffini, presidente dell'associazione Amici dei bambini. Secondo la procura, oltre a violare la nostra Costituzione - che tutela il principio di eguaglianza tra le persone - le adozioni internazionali che escludono i bambini di 'colore' violano anche numerosi trattati internazionali ai quali l'Italia ha aderito. Tra questi, la Convenzione dell'Aja del 1993 sull'adozione dei minori, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la Convenzione internazionale dell'Onu del 1965 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale.
Attesa nelle prossime settimane la decisione delle Sezioni unite, che non avrà ripercussioni sul caso di Catania ma stabilirà soltanto un orientamento giurisprudenziale.